Gli effetti dei dazi si estenderanno ben oltre gli Stati Uniti e la Cina, ripercuotendosi sui consumatori ma anche sugli stessi azionisti delle società coinvolte, determinando stagflazione in tutto il mondo.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 02-07-2018]
Quando il commercio si interrompe, non vince nessuno ma perdono tutti. I calcoli di Pictet Asset Management mostrano che una guerra commerciale su vasta scala condotta tra gli Stati Uniti e la Cina - anche se ancora è improbabile - potrebbe trascinare l'economia globale a una fase di stagflazione, generando un calo significativo dell'azionario mondiale.
Basandosi sulle stime del Fondo Monetario Internazionale, il modello mostra che se una tariffa del 10% sul commercio statunitense venisse completamente trasferita al consumatore, l'inflazione globale aumenterebbe di circa lo 0,7%. Questo, a sua volta, potrebbe ridurre gli utili societari del 2,5% e tagliare i multipli prezzo / utili delle azioni fino al 15%. L'articolo continua qui sotto.
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L'impatto di una guerra commerciale non coinvolgerà soltanto le due maggiori economie del mondo. In alcuni casi, più vulnerabili di Stati Uniti e Cina potrebbero essere le economie aperte come Taiwan, Corea del Sud e Singapore, in Asia, e Ungheria, Repubblica Ceca e Irlanda, in Europa (vedi grafico).
Il quadro che emerge dall'analisi è simile a una situazione che gli investitori hanno già sperimentato in precedenza. Se ripercorriamo la storia dei mercati finanziari, osserviamo che l'innalzamento di barriere commerciali è stato sempre negativo per i mercati azionari: per esempio, a metà del 1971, lo S&P 500 scese del 10% nei tre mesi dopo che il presidente statunitense Richard Nixon impose una tariffa del 10% sulle importazioni.
Una guerra commerciale non ha vincitori, come ha giustamente fatto notare Christine Lagarde, direttore operativo del Fondo Monetario Internazionale.
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