Android raccoglie e conserva comunque i dati di localizzazione, con buona pace della privacy.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 19-08-2018]
Si deve a un'indagine dell'Associated Press la scoperta dell'ultima, imbarazzante vicenda che coinvolge Google e il suo particolare concetto di privacy.
Tutto è nato dal sospetto, presto confermato, che i servizi di Google continuassero a tracciare gli spostamenti dell'utente attraverso lo smartphone anche se l'utente aveva regolato le impostazioni proprio per evitarlo.
Chiunque possieda uno smartphone Android viene infatti seguito con molta attenzione da Google, che provvede a tracciare una precisa mappa dei suoi spostamenti. Tale mappa può essere consultata dall'utente, e in teoria è anche possibile evitare che venga creata.
Nominalmente Google permette di disattivare quella che chiama Cronologia delle posizioni - ossia la memorizzazione di tutti i luoghi in cui il titolare di un account Google è stato - tramite un'apposita pagina, spiegando come fare sul sito ufficiale di supporto.
In realtà, però, diverse app del gigante di Mountain View continuano a raccogliere dati sull'ora e sulla posizione dell'utente pur non avendone il consenso. Per esempio Google Maps ogni volta che viene aperta raccoglie i dati sulla posizione anche se la memorizzazione è disattivata.
Lo stesso fa l'app della ricerca (con un'accuratezza che arriva - dice AP - fino a 1 metro) e in maniera analoga si comportano molti altri servizi.
Ciò è però palesemente in contrasto con la pagina di aiuto citata poc'anzi, che recita: «Se [la Cronologia delle posizioni] è disattivata, i luoghi che visiti non vengono più memorizzati».
Bisogna tenere presente che Google non raccoglie i dati geografici per pura curiosità: servono invece a personalizzare gli annunci pubblicitari, vera fonte di reddito del gigante. E non si può quindi ignorare che la formulazione ambigua della pagina di supporto era certamente fuorviante per gli utenti attenti verso la propria privacy, ma comoda per Google.
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Ora che la verità è venuta a galla, le cose sono cambiate. No, Google non ha modificato la funzionalità facendo in modo che la memorizzazione delle posizione possa davvero venire fermata.
Invece, ha riformulato la dicitura della pagina di supporto (almeno nella versione inglese: quella italiana, al momento in cui scriviamo, è ancora quella originale), che ora recita: «Questa impostazione [la Cronologia delle posizioni] non ha effetto sugli altri servizi di localizzazione presenti sul dispositivo. Alcuni dati di localizzazione potrebbero venir conservati come parte dell'attività dell'utente in altri servizi, come la Ricerca e Mappe».
Certamente ne guadagna la chiarezza, ma non la possibilità da parte dell'utente di godere di un po' di riservatezza. E resta comunque il fatto che il pulsante per fermare la raccolta dati non sia poi così efficace, né lo è mai stato. A questo punto viene da chiedersi: quali altri servizi raccolgono dati anche senza il consenso del titolare?
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