Nella battaglia contro le fake news, qualche tempo fa Facebook ha introdotto un sistema di rating delle fonti di informazione, classificandole in base all'affidabilità e promuovendo o nascondendo di conseguenza i loro post.

Ora lo stesso avviene per gli utenti. A rivelarlo è Tessa Lyons, dirigente di Facebook incaricata di combattere la disinformazione, in un'intervista al Washington Post.

A ogni utente viene assegnato un punteggio da 0 a 1 in base alla sua credibilità. Tale valore, unito ad altri indicatori ottenuti analizzando il comportamento dell'utente stesso, aiuta a stabilire se quanto scritto o indicato come veritiero lo sia davvero.

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L'esigenza - spiega Lyons - nasce dal fatto che il sistema adottato finora, che affida agli utenti il compito di segnalare i contenuti problematici e palesemente falsi, non funziona. Facebook s'è infatti accorta che alcuni - troppi - agiscono tutt'altro che in buona fede.

«Non è raro che ci dicano che qualcosa è falso soltanto perché non sono d'accordo con la premessa di una storia o perché stanno intenzionalmente cercando di prendere di mira il particolare autore di un contenuto» ha spiegato la dirigente.

Di qui, l'idea del punteggio. Quanto alle modalità con cui esso viene assegnato, Tessa Lyons preferisce tenere la bocca cucita, poiché svelgare i dettagli potrebbe fornire ispirazione a qualche malintenzionato per sfruttare le pieghe del sistema per vanificarne lo scopo.

«Non conoscere il metro in base al quale Facebook ci misura» - commenta Claire Wardle, direttrice del laboratorio di ricerca First Draft della Kennedy School di Harvard - «ci mette a disagio. Ma l'ironia sta nel fatto che non possono dircelo perché, se lo facessero, gli algoritmi che hanno costruito verrebbero aggirati».

D'ora in avanti, quindi, se vedete che i vostri post misteriosamente non riescono mai a farsi notare, avete buoni motivi per pensare che Facebook vi ritenga dei bugiardi.