L’insegnante accusata di aver scritto un post contro il carabiniere ucciso è stata sanzionata per non aver custodito il proprio smartphone.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 22-10-2019]
La decisione della commissione disciplinare dell'Ufficio Scolastico Regionale di comminare dieci giorni di sospensione e un anno di blocco della progressione degli scatti di anzianità a Eliana Frontini per "omessa custodia" del cellulare è una decisione assolutamente nuova nel suo genere.
Lo smartphone della professoressa Frontini sarebbe stato usato dal marito per scrivere il famigerato post contro il brigadiere dei Carabinieri ucciso da un giovane americano la scorsa estate a Roma. Lo ha affermato lo stesso marito dell'insegnante, con una dichiarazione giurata scritta in cui si è assunto la responsabilità del fatto.
La vicenda ha suscitato polemiche durissime a livello nazionale e locale e molti cittadini e uomini politici (soprattutto di destra) hanno invocato il licenziamento di questa insegnante, a partire dal precedente ministro dell'Istruzione Bussetti.
L'insegnante attualmente lavora nel suo istituto scolastico ma dall'inizio dell'anno non ha compiti di insegnamento, per evitare polemiche con genitori e studenti.
Contro il provvedimento appena emesso, l'avvocato dell'insegnante ha presentato ricorso sostenendo che non si può punire una persona per un atto di cui non è responsabile.
Ci sarà probabilmente un appello presso l'Ispettorato del lavoro. Intanto va avanti l'indagine della Procura della Repubblica di Novara per vilipendio delle Forze dell'ordine.
Per lo stesso episodio la commissione disciplinare dell'Ordine dei giornalisti, a cui la Frontini era iscritta come giornalista pubblicista, ha comminato la sanzione massima della radiazione dall'albo professionale che dovrà essere convalidata dal consiglio nazionale dell'ordine stesso e avrà la durata di cinque anni. La commissione non ha ritenuto valida la giustificazione dell'interessata per cui sarebbe stato il marito a scrivere il post.
La sanzione disciplinare inflitta alla Frontini è per omessa custodia del telefonino che ha comportato per il suo uso un danno di immagine alla funzione educativa della scuola.
La motivazione è un'assoluta novità: un'insegnante (ma potrebbe valere anche per un altro tipo di dipendente pubblico e forse privato) non è solo responsabile dell'uso che fa del proprio telefono mobile, anche fuori dal servizio e per comunicazioni personali, ma deve custodirlo adeguatamente in modo che nessuno ne possa fare un uso inappropriato.
Ancora più responsabile dev'essere un'educatrice che dovrebbe dare ai giovani l'esempio di uso diligente e accorto e di rispettare le regole della sicurezza informatica.
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L'avvocato dell'insegnante ha contestato l'omessa custodia, sostenendo che l'insegnante aveva lasciato il telefonino a casa e quindi in un luogo sicuro, non in giro, a casaccio.
Gli verrà risposto, probabilmente, che l'insegnante avrebbe dovuto chiudere l'app di Facebook in modo che nessuno privo di credenziali potesse accedervi al suo profilo e bloccare lo smartphone.
Infatti se è vero che fra moglie e marito si può condividere il Pin dello smartphone come si fa con quello del bancomat, per esempio, le credenziali del profilo Facebook non dovrebbero essere comunicate mai a nessuno e tenute riservate.
Facebook stessa ha previsto una procedura per indicare un erede in caso di decesso per il proprio profilo, ma in vita le credenziali non dovrebbero mai essere comunicate a nessuno: bisognerebbe chiudere l'app quando si lascia lo smartphone (o tablet o Pc) non custodito.
Si potrà replicare che quasi nessuno per comodità lo fa oggi; ma è vero che la possibilità che qualcun altro lo usi al posto nostro e poi faccia dei pasticci esiste, con quello che poi ne consegue.
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