Prepariamoci a un'ondata di spam e truffe via email.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 28-10-2019]
Sembra ormai quasi una moda mettere a disposizione in un database pubblicamente accessibile i dati personali dei propri utenti.
È capitato a un'azienda italiana, è capitato a un'azienda che lavora per Facebook, e adesso si scopre che è capitato anche ad Adobe.
I dati di quasi 7,5 milioni di utenti di Creative Cloud sono rimasti accessibili per una settimana in un database senza protezione: chi consultava il database poteva conoscere gli indirizzi email, lo stato dei pagamenti, gli ID degli utenti ma anche quali prodotti ciascuno adoperasse, il Paese di residenza e l'eventuale rapporto di lavoro con Adobe.
Sebbene Adobe abbia provveduto a chiudere l'accesso al database non appena le è giunta la segnalazione in merito, il fatto che le informazioni personali siano state disponibili per diversi giorni comporta un potenziale pericolo per ogni utente del servizio Creative Cloud.
«Le informazioni rivelate da questo leak possono essere usata contro gli utenti di Adobe Creative Cloud per campagne mirate di phishing e scam. I truffatori possono farsi passare per Adobe o per un'azienda a essa collegata, e spingere gli utenti a rivelare ulteriori informazioni, come per esempio la propria password» spiega Comparitech.
Fortunatamente gli utenti di Creative Cloud, se riescono a evitare di cadere vittime delle truffe via email, possono per il resto dormire sonni tranquilli: tra i dati sottratti non c'erano informazioni preziose come i numeri delle carte di credito o le password.
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