E-book, il libro a più dimensioni

L'e-book è davvero morto? Un sondaggio sembra dimostrare il contrario.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 10-05-2004]

Un recente sondaggio effettuato dalla biblioteca digitale Classici Stranieri chiedeva ai visitatori se il libro elettronico avrebbe sotituito prima o poi il tradizionale libro cartaceo.

La questione degli e-book è sempre stata abbastanza dibattuta in rete, ma, probabilmente, nei risultati del sondaggio si inizia a intravedere un'inversione di tendenza da parte del pubblico che, sebbene influenzato all'inizio dai romanticismi che da sempre caratterizzano la visione del libro di carta come oggetto concreto e materiale, ha fornito una percentuale di risposte che, trattandosi dell'argomento in questione, può essere ritenuta interessante. Oltre il 50% ha detto che sì, il libro digitale ha ottime chances per sostituire il libro di carta.

Non si tratta certo di un risultato da sottovalutare se è vero, come è vero, che la storia dell'e-book in rete è complessa e articolata. Come spesso accade nelle cose di Internet, anche per gli e-book ci si è ritrovati a dover definire e regolamentare un settore che, per le sue caratteristiche peculiari di novità tecnologica e di offerta, non aveva una sua collocazione ben definita nell'immaginario degli utenti.

Perché leggere un qualsiasi libro, dall'opera di letteratura al saggio, dal racconto breve al manuale tecnico, al computer o a un altro dispositivo quando è possibile acquistare il corrispondente cartaceo, con maggiore comodità di lettura?

Sembrava una risposta senza soluzione, e invece le tendenze del pubblico di Internet stanno dimostrando che se non indispensabile, un libro digitalizzato è quanto meno utile e può avere possibilità di sostituire nell'uso la carta che resta, comunque, a parere di chi scrive, uno dei mezzi principali e più efficaci per la diffusione dell'informazione scritta.

Dell'e-book si parla ancora, nonostante le notizie che lo davano ormai per morto e sepolto: si sa, quando si vuole accentrare l'attenzione del pubblico su un oggetto qualsiasi, basta dire in giro che quell'oggetto sta per chiudere la sua vita commerciale o concludere la sua presenza naturale nel costume delle persone, ne uscirà un mito che la gente difficilmente farà cadere nell'oblio!

Questo lo si deve soprattutto alla nascita, negli ultimi 4-5 anni, di biblioteche online a distribuzione gratuita che hanno portato davvero l'e-book alla portata di tutti, superando i limiti naturalmente imposti dai faraonici progetti di digitalizzazione, magari realizzati all'ombra di sigle faraoniche e con dosi massicce di burocrazia (c'è perfino chi vi ha realizzato una OnLus) e con contributi volontari quasi mai apportatori di quella scientificità spicciola di cui ha diritto ogni lettore, anche quelli digitali.

E' stata anche superata l'impasse imposta dalle sterili polemiche sui formati più o meno "aperti" e/o più o meno "proprietari" in cui questo tipo di informazione avrebbe dovuto essere distribuita in rete.

All'inizio ci fu perfino chi, sulla base di una non ben meglio identificata autorità accademica, arrivò perfino a dettare alcune norme su cosa avrebbe dovuto essere (e soprattuto su come non avrebbe dovuto essere) un e-book.

Naturalmente, come sempre accade in questi casi, i fatti hanno dato torto a chi pretendeva di disegnare il futuro di un fenomeno tanto interessante quanto complesso, e il pubblico di Internet si è interessato sempre di più agli e-book come oggetti portatori di contenuti piuttosto che come files portatori di una tecnologia o di una filosofia.

Se nel 2001 Riccardo D'Anna nel suo (bel) saggio "e-Book, il libro a una dimensione" (ADN Kronos Libri) rispondeva ad alcune domande di base sul ruolo dell'e-Book nella trasformazione che riguarda la parola scritta, oggi è possibile dire che l'e-book, almeno a detta del pubblico, ha trovato una sua naturale collocazione privilegiata nell'uso comune.

Considerata la velocità con cui la tecnologia diventa vetusta, non si tratta di un traguardo da poco. Esistono tutti gli estremi per poter dire che l'e-book si sta rapidamente trasformando da curiosità e vezzo tecnologico in oggetto portatore di conoscenza.

Dove andrà l'e-book, però, ancora una volta, lo deciderà l'utente della rete.

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Commenti all'articolo (ultimi 5 di 6)

Hai ragione scusa....ho fatto copia.incolla comprendendo "no allo spam" . Ho fatto 1 bella figura....vado a fare harakiri.... :oops: Leggi tutto
18-5-2007 17:48

Guarda che l'avevi scritto tu... Se vuoi indicare il tuo sito mettilo nel profilo utente o apri uno (e uno solo) apposito thread nel forum segnalazioni. Come da regolamento, peraltro
18-5-2007 11:28

e dove sarebbe lo spamm???? Ma siete fuori??? Leggi tutto
18-5-2007 10:39

NO ALLO SPAM, Leggi tutto
17-5-2007 12:52

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Sondaggio
Quale di questi comportamenti ritieni che sia da evitare in assoluto?
Essere fuori sincrono: quando voce, tono, ritmo, posizione e movimenti non comunicano la stessa cosa si genera confusione e si viene ritenuti poco affidabili o sinceri.
Gesticolare eccessivamente: fare ampi gesti con le mani oppure giocare per esempio con i capelli o il telefono comunica insicurezza.
Tenere un'espressione neutra: la mancanza di un feedback dato dall'espressione facciale fa pensare all'interlocutore che l'argomento non interessi.
Evitare il contatto visivo: non guardare l'altro negli occhi comunica una sensazione di debolezza e lascia pensare che si stia nascondendo qualcosa.
Sbagliare la stretta di mano: non deve essere né troppo debole né troppo forte, o genererà in entrambi i casi un'impressione errata (servilismo o aggressività).
Inviare segnali verbali e non verbali opposti: se l'espressione facciale è opposta a ciò che le parole dicono, l'interlocutore non si fiderà.
Non sorridere: il sorriso comunica sicurezza, apertura, calore ed energia, e spinge a sorridere di rimando. Ugualmente errato sorridere sempre.
Roteare gli occhi: è un segno di frustrazione, esasperazione e fastidio; comunica aggressività.
Usare il cellulare durante una conversazione: lascia pensare che l'argomento non interessi e sia certamente meno importante dell'oggetto tra le mani.
Incrociare le braccia: l'interlocutore penserà che siamo sulla difensiva. Inoltre, se le mani non sono in vista crederà che abbiamo qualcosa da nascondere.

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