Un bel libro del giornalista Bonazzi che, senza tabù e pregiudizi, aiuta a capire qualcosa delle vicende di Telekom Serbia
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 19-06-2004]
Ci sono in Italia delle vicende su cui la stampa, di destra e di sinistra, si butta con avidità, riempiendo le prime pagine per giorni e giorni, fino allo sfinimento dei lettori. Poi, ritornano nell'ombra, e nessuno ne parla più, anche se alla fine torti e ragioni sono rimasti confusi ed incomprensibili.
Una di queste vicende è quella di Telekom Serbia, la compagnia telefonica della Jugoslavia di Milosevic, acquistata nel 1997 da Telecom Italia, ancora controllata dal Tesoro, anche se non più dall'Iri, come ricostruisce finemente il giornalista Bonazzi, e venduta dalla Tecom Italia di Tronchetti Provera nel 2002 con una diminuzione del suo valore di 500 miliardi, circa il 57%, anche se questa sua svalutazione era stata progressiva negli anbni e regolarmente iscritta a bilancio.
Di Telekom Serbia, su cui ha lavorato una Commissione parlamentare, tuttora in piedi, e su cui ha indagato la magistratura torinese(competente perché allora la sede legale di Telecom Italia era a Torino)si parla poco, dopo tutto il polverone mediatico che ha occupato i media per mesi, e, per questo, può essre utile leggere un bel libro sul tema, appena uscito da Sperling & Kupfer: " Telekom Serbia. L'affare di cui nessuno sapeva. Un caso politico, mediatico e giudiziario". L'autore è il 36enne giornalista de L'Espresso Francesco Bonazzi che della vicenda ci dice tutto o quasi, almeno tutto o quasi quello che si sa in forma ufficiale ed "ufficiosa".
Per aver tirato troppo la corda, mirato a dimostrare l'impossibile ed il falso, così anche il CentroDestra ha perso l'occasione di mettere in evidenza gli errori gravi ed i punti deboli dell'operazione Telekom Serbia. Che sono, in sintesi: aver ipervalutato Telekom Serbia, che aveva un'ottima potenzialità di crescita ma era oberata da troppi debiti(non evidenziati all'atto dell'acquisto), troppo personale illicenziabile, troppi contratti con fornitori cari e non scindibili.
Telecom Italia ha pagato troppo Telekom Serbia, rinunciando, soprattutto, ad avere mano libera nella gestione, mano libera che avrebbe potuto permetterle di accelerare la modernizzazione dell'azienda telefonica e cominciare a ricavare utili, dopo un periodo però non breve di ristrutturazione. Perché ha pagato troppo Telekom Serbia? Perché la nuova gestione di Telecom Italia, quella di Rossi e Tommasi, voleva presentarsi sui mercati internazionali, per l'imminente privatizzazione, con qualche presenza all'estero, per non far apparire Telecom Italia troppo "provinciale" e chiusa nei confini nazionali.
Per questo non si è andati troppo per il sottile nel concludere l'affare: lo dimostrano i verbali frettolosi e superficiali con cui i consigli d'amministrazione, e i rappresentanti del Tesoro, hanno approvato la cosa, dopo il fallimento di un'analoga operazione che si voleva concludere in Bulgaria. Non bisogna sorprendersi più di troppo: allora Telecom Italia era monopolista e senza i debiti dell'Opa, e i soldi c'erano, tanti e si spendevano spesso male.
Perché il Governo Dini dell'epoca ha appoggiato il tutto, anche se oggi si fa finta di niente? Allora, la politica dell'italia, ma anche quella della Francia, erano fortemente filoserbe, a differenza degli Usa, l'Italia continuava a mantenere regolari relazioni diplomatiche con Milosevic, su questo era d'accordo anche An, per cui ciò che fa scandalo alla luce del fatto che Milosevic è sotto processo per genocidio all'Aja, allora era compatibile con la politica estera ufficiale del nostro Paese. In politica, spesso, "the things change", ma, allora, perché non ammetterlo?
Scheda
Titolo: Telekom Serbia. L'affare di cui nessuno sapeva
Sottotitolo: Un caso politico, mediatico e giudiziario
Autore: Francesco Bonazzi
Editore: Sperling & Kupfer
Prezzo:13,50 Euro
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