La tassa sui telefonini

Il Ministro del Tesoro Siniscalco vorrebbe aumentare la tassa di concessione governativa sugli abbonamenti dei telefonini e, possibilmente, estenderla alle carte prepagate.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 20-01-2005]

Si può essere di destra, di sinistra o di centro, di sinistra radicale o estrema destra, di centrodestra o centrosinistra, legittimamente e con fondate ragione e si ha il diritto di essere rispettati per le proprie idee, stante il pluralismo garantito dalla Costituzione Italiana e profondamente radicato nei nostri concittadini. Ma cosa pensare del governo Berlusconi se dovesse aumentare la tassa di concessione governativa dei telefonini?

Sono 5,16 euro al mese per gli abbonamenti residenziali, 12,50 per quelli business: la tassa pesa sugli abbonamenti alla telefonia mobile ed è ferma da alcuni anni. E se poi il governo (per evitare che, con l'aumento della tassa sugli abbonamenti, crescano ulteriormente le carte prepagate e quindi non si realizzi l'incasso previsto) estendesse la tassa anche alle prepagate?

Ci sono queste ipotesi oggi sul tappeto, secondo indiscrezioni raccolte dalla stampa quotidiana, per recuperare 500 milioni di euro necessari a coprire la riduzione delle aliquote Irpef. Se così fosse sarebbe ancora più scandaloso: innanzitutto sarebbe una partita di giro: da una parte si riducono le tasse agli italiani e dall'altra si aumentano; poi sarebbe una tassa diretta che colpisce tutti giovani e vecchi, ricchi e meno ricchi, anche molti poveri, per finanziare una riduzione delle tasse che privilegia i redditi medio-alti.

L’aumento della tassa sugli abbonamenti e l'introduzione della stessa sulle carte prepagate avrebbe come effetto una riduzione di parte dei consumi telefonici, su cui si paga l'Iva e quindi sarebbe discutibile il reale beneficio economico. Un aumento della tassa sugli abbonamenti dei telefonini e addirittura la sua estensione alle carte prepagate avrebbe il carattere odioso che ebbe, per esempio, nel '93, la tassa sui conti correnti bancari introdotta dal governo Amato, senza avere nemmeno la giustificazione di una grave crisi finanziaria, come fu allora.

Oltretutto non si capisce perché il governo dovrebbe colpire uno dei pochi settori in attivo della nostra economia come la telefonia mobile e, intanto, preveda a carico delle finanze pubbliche un bonus per l'abbonamento alla telefonia Umts oppure, peggio ancora, per l'acquisto di un decoder con cui vedere anche programmi a pagamento delle Tv del Premier.

Inoltre pensiamo a quei due milioni di italiani che possiedono solo un telefono mobile per non pagare il canone del telefono fisso. A questo punto i manager delle società di telefonia, a partire da Tronchetti Provera, non possono rimanere indiffrenti per compiacere i ministri, ma dovrebbero insorgere a difesa dei loro utenti, contro questa ipotesi.

Speriamo dunque (nell'interesse del governo stesso, oltre che degli italiani e del Paese) che questa sia solo una trovata estemporanea di qualche tecnico folle e che poi non se ne faccia più niente.

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Pier Luigi Tolardo

Commenti all'articolo (ultimi 5 di 10)

andrea
Non capisco di che cosa si schifano le persone. E' normale, in qualunque stato si tassano i servizi che vengono più utilizzati o i generi alimentari considerati voluttuari.Nel Nord europa, in stati governati da anni e anni da coalizioni di sinistra, gli alcolici per esempio costano tre o quattro volte quello che costano da... Leggi tutto
17-2-2005 11:04

stever
un bel compenso non c'è che dire... Leggi tutto
21-1-2005 15:50

uno dei tanti
gente sveglia Leggi tutto
21-1-2005 12:26

Dom
Quando cominceremo a camminare dritti? Leggi tutto
21-1-2005 05:50

P2 Leggi tutto
20-1-2005 19:28

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