La biblioteca digitale della Comunità europea riapre i battenti dopo la chiusura dovuta allo straordinario numero di accessi.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 30-12-2008]
Europeana, lanciata ufficialmente il 20 novembre scorso e subito sospesa a causa della curiosità destata nel popolo dell'internet, è nuovamente on line; motivo della chiusura temporanea del sito è la pressione degli utenti che i tre server non erano preparati a fronteggiare.
Le cause potrebbero anche essere diverse, a cominciare dalla programmazione e dalla gestione del sito; in definitiva si tratta di un "progetto pilota" anche se le realizzazioni, e quindi l'esperienza, non mancano a livello internazionale. Ma non tutto il male vien per nuocere, come ha sottolineato Martin Selmay, portaparola della Commissione; infatti i server sono stati raddoppiati e secondo Viviane Reding, commissaria alle nuove tecnologie, dovrebbero regge al carico di 10 milioni di accessi l'ora.
Europeana comprende più di due milioni di opere, dalle letterarie più importanti alle riproduzioni di quadri famosi, di documenti storici, di raccolte di manoscritti, via via fino alle recentissime immagini di eventi epocali quali ad esempio la demolizione del Muro di Berlino.
D'altra parte il progetto di Europeana è tra i più ambiziosi e Bruxelles chiede agli stati membri un grosso sforzo per la digitalizzazione, poiché dei 2 miliardi e mezzo di libri conservati nelle biblioteche europee si stima che solo l'1% sia stato ridotto in formato digitale; ma lo stanziamento di 120 milioni di euro per aiutare nello sforzo di rendere disponibili le opere a casa e sui luoghi di lavoro appare del tutto insufficiente.
Tuttavia le tecniche di digitalizzazione migliorano costantemente ed i costi tendono ad abbassarsi; né è escluso che la Comunità Europea possa concludere fruttuosi accordsi con Google. Intanto occorre segnalere le iniziative di alcuni tra gli Stati membri, come Finlandia, Slovenia, Lituania, che spesso riescono a coinvolgere i privati nell'iniziativa.
Il sito Gallica della Bibliothèque nationale de France (BNF) ha assicurato il conferimento, entro la fine del 2010, di oltre 300.000 documenti, potendo contare su un finanziamento pubblico di 26 milioni di euro.
Noi intanto restiamo al palo, con l'obblogo del "degrado" delle immagini e il divieto di riproduzione dei testi scritti, delle esecuzioni musicali e delle opere cinematografiche senza pagare onerosissimi balzelli; tra disinformazione e tivvù spazzatura ci attende un bel regresso culturale.
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