Un libro che racconta in modo politicamente non corretto le vicende delle materie prime, cacao, caffè, cotone, pepe e dei popoli che le producono. E attacca il miraggio del commercio equo e solidale.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 08-12-2005]
Ci sono libri non "buonisti", non scritti, cioé, per rassicurare le coscienze buone e progressiste. Sono libri schiettamente "politicamente scorretti", da leggere perché ci lascino addosso qualche dubbio, qualche domanda in più.
E' questo il caso di "Commercio Iniquo. Il romanzo nero delle materie prime", scritto dal giornalista francese Jean-Pierre Boris, caporedattore di Radio France dove da anni tiene la rubrica "Cronaca delle materie prime", ed edito da Apogeo, la nota casa editrice di informatica che da qualche tempo ha arricchito il proprio catalogo con testi di sociologia e politica e che ha il gusto della provocazione e della libertà.
Il testo racconta in modo semplice e chiaro le vicende geopolitiche delle grandi materie prime, il cacao, il caffè, il riso, il pepe e il cotone tralasciando il petrolio di cui si parla e scrive molto ma la cui economia non è molto cambiata dai tempi delle crisi petrolifere.
Sempre Boris, a proposito del cotone ci ricorda come i governi africani così critici nei confronti dell'Occidente non abbiano fatto nulla per migliorare la qualità delle produzioni.
Ma il libro si discosta da molti luoghi comuni soprattutto nell'ultimo capitolo in cui pone sul banco degli accusati il commercio equo e solidale che non esita a definire un miraggio. Innanzitutto rileva il paradosso per cui la Svizzera è il Paese europeo in cui i prodotti equi e solidali sono più venduti, perché sostenuti dalla grande catena Coop, e nel contempo è il Paese in cui hanno sede i paradisi fiscali delle multinazionali dalle produzioni non eticamente corrette.
Il commercio equo e solidale, che produce anche profitti per le organizzazioni che girano il mondo per certificarlo, è una parte infinitesimale della produzione mondiale del caffè e del cacao, è in contrasto con la tendenza dei mercati e dei consumatori a volere prodotti sempre meno cari e favorisce soprattutto le comunità già più sviluppate e meno povere che si dedicano a questo tipo di produzioni idonee al "fair trade".
In realtà, con il massimo rispetto che porto alla maggioranza dei tanti volontari che soprattutto in occasione dell'imminente Natale si impegneranno in tanti banchetti a vendere caffè e cioccolato nicaraguensi o africani garantiti e che certamente acquisterò anch'io, non si può non riconoscere che Boris ha ragione quando afferma che le linee di prodotti equi e solidali che le stesse multinazionali mettono in commercio sono solo un orpello pubblicitario, che serve a nascondere la realtà dello sfruttamento dei produttori di materie prime, e rischia di illudere e distogliere l'attenione della nostra opinione pubblica dai reali meccanismi e dal grande sforzo, innanzittutto politico, che andrebbe fatto per cambiarli.
Scheda
Titolo: Commercio Iniquo
Sottotitolo: Il Romanzo nero delle materie prime
Autore: Jean-Pierre Boris
Editore: Apogeo
Prezzo: 12 euro
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