Gli USA censurano i blog dei militari

Per i soldati-blogger in Iraq l'obbligo di registrarsi; una task force del Pentagono supervisionerà i contenuti on line.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 04-01-2006]

Manifestazione contro la guerra in Iraq. Foto di N

Molti ricorderanno le lettere dei soldati al fronte nel primo e nel secondo confitto familiare a familiari e fidanzate, con il bollo "censura militare" sulla busta che attestava che era stata letta e gli omissis, le cancellature operate su frasi ritenute non corrette. La motivazione della "censura militare" era la sicurezza: evitare che informazioni ritenute strategicamente importanti su luoghi, fatti, persone, delle operazioni belliche in corso, potessero essere rivelate, volontariamente o involontariamente, al nemico.

In realtà la censura si appuntava sulle frasi che esprimevano il cosidetto "disfattismo", un giudizio severo e la demoralizzazione normale in soldati costretti a uccidere, a farsi uccidere, in guerre logoranti e insensate.

Oggi la versione più aggiornata della censura militare sui soldati è quella che il Pentagono ha deciso per i blog dei militari Usa in Iraq. I soldati-blogger dovranno registrare il proprio blog e una task force del Pentagono ne monitorerà il contenuto.

La motivazione ufficiale è evitare che il terrorismo fondamentalista si possa impossessare di dati e notizie preziose; la motivazione che ipotizziamo noi, invece, è arginare un'opinione pubblica sempre più ostile alla linea di Bush e alla sua guerra santa.

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© RIPRODUZIONE RISERVATA

Pier Luigi Tolardo

Commenti all'articolo (1)

{utente anonimo}
soldati "costretti" ad uccidere? Leggi tutto
5-1-2006 23:35

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Sono stupito che gli USA siano arrivati a questo punto.
In fondo lo fanno per prevenire gli attentati; quindi li giustifico, almeno parzialmente.
Non mi sorprende. E' da un po' che l'Europa non conta più un tubo.
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I nostri politici non hanno nulla di più importante di cui preoccuparsi?
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Avevano ragione quelli di Zeus News, quando già nel 2001 scrivevano di Echelon.

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