Non mi lasciare, ti prego!

Giganti internet sotto accusa per problemi di riservatezza. Ostacolata la cancellazione dell'iscrizione.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 04-09-2006]

Logo di Privacy International

Privacy International, un'organizzazione britannica di diritti umani, ha raccolto negli ultimi 12 mesi, una serie di pesanti reclami dagli utenti internet di tutto il mondo.

Molte società impediscono od ostacolano la cancellazione del proprio account da parte degli utenti. L'ONG fa notare che questa pratica viola alcuni diritti fondamentali, stabiliti dalle varie leggi sulla tutela della riservatezza.

"La nostra indagine dimostra che per un utente con normali abilità, è dannatamente difficile annullare la propria iscrizione," si legge nel rapporto.

Talvolta, come nel caso di eBay, si è costretti a una vera e propria gimkana, che richiede, secondo Privacy International, "intuizione, fortuna e tenacia", per riuscire nell'impresa. Anche altri portali, come Amazon e Friends Reunited, pongono ostacoli seri alla disiscrizione.

Non si tratta di difficoltà tecniche, visto che altri servizi, come YouTube e MySpace, hanno il tasto "delete account" come elemento predefinito nella pagina di amministrazione del profilo utente.

Privacy International ritiene questa una battaglia seria, tutt'altro che di retroguardia. A loro parere, è un indice importante dell'atteggiamento di tutte le dot.com nei confronti della riservatezza.

"Riteniamo che nascondere la funzione di soppressione dell'account favorisca la valutazione finanziaria di queste società," si legge nel rapporto.

Per chi legge tra le righe, sono parole inquietanti, che portano alla mente lo scoppio della bolla speculativa del 2001, di cui da poco abbiamo festeggiato il quinto compleanno.

L'accusa è di favorire la valutazione in borsa del titolo, passando sopra non solo alla volontà dell'utente, ma anche ai suoi sacrosanti diritti. Un sinistro presagio, per chi ha affidato alle borse valori una parte dei propri sudatissimi risparmi.

È l'ennesimo scricchiolio di uno dei fondamenti della net-economy: il servizio gratuito. Quando questo è offerto da un'azienda del Nasdaq, richiede sempre un'adeguata contropartita. Molto spesso, la nostra privacy.

Man mano che le dimensioni del gigante salgono, il problema si fa via via più grave. Le recenti perplessità su Google, sono un esempio: non appena la quota di mercato ha raggiunto la "massa critica", si sono moltiplicati gli episodi imbarazzanti per la grande G.

Segno che le ragioni fondanti del suo successo stanno lasciando spazio alle regole tipiche dell'egemone o, peggio, del monopolista.

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Commenti all'articolo (2)

Beh, ben prima di questo, la privacy non eiste perhcé peer legge un sacco di nostri dati sono pubblici. Dove abitiamo, il nostro stato civile e la nsotra professione, ad es. li possono legger chiunque sulle liste elettorali (cioè l'elenco di chi può votare). Perché -certo- per votare occorre che si sappia che tu sia sposato e facia... Leggi tutto
5-9-2006 15:48

Non e' un problema specifico di internet Leggi tutto
5-9-2006 15:36

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