Mentre Fastweb diventa svizzera, Prodi e Bersani tacciono (o farfugliano) sul futuro dell'ex monopolista.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 13-03-2007]
Il governo Prodi sul caso Telecom, come su molte altre questioni di politica estera e interna, dimostra di essere terribilmente ondivago, titubante e indeciso.
Si passa dal "piano Rovati" di qualche mese fa (in cui un consigliere fidatissimo di Prodi trasmetteva a Tronchetti Provera, in forma confindenziale, un piano in cui si ipotizzava lo scorporo della Rete Telecom Italia con la nascita di una società partecipata dallo Stato, facendo gridare l'opposizione e molti commentatori all'interventismo governativo negli affari) fino all'attuale momento in cui, di fronte all'ipotesi di una cessione da parte di Tronchetti della sua partecipazione di controllo della Telecom a fondi stranieri, addirittura russi, il ministro Bersani si limita ad auspicare genericamente che l'ex monopolista rimanga in mani italiane, dopo che tutti i gestori telefonici italiani sono finiti in mano agli stranieri, con l'annuncio dell'Opa Swisscom su Fastweb.
Quello che manca sono precise linee di politica industriale delle Tlc, che il Parlamento dovrebbe discutere in un'apposita seduta, con un ordine del giorno impegnativo per il Governo, magari condiviso con l'opposizione, che fissi alcune priorità per il Paese e introduca precisi incentivi e disincentivi fiscali, finanziari, di revisione delle normative, di sostegno alle politiche del lavoro e di tutela dei consumatori nel settore.
Senza linee precise di politica economica esistono solo interventi "spot", auspici televisivi e piani segreti, ma nessun vantaggio per gli utenti italiani.
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