Casse vuote degli enti pubblici, cattiva sanità e sospetto di speculazione frenano l'accesso all'internet da parte dei portatori di handicap. Il caso di Fabio Pavone, che necessita di un particolare mouse dal costo di tremila euro, conquista la rete.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 09-06-2007]
La polemica si insinua strisciante, attraverso i blog, i siti specialistici e le deprecate catene di S. Antonio via email. Fabio Pavone, 28 anni, affetto da distrofia muscolare e per questo costretto a letto da 11 anni, per potersi connettere a internet ha bisogno di un mouse speciale, che costa tremila euro, e li deve sborsare di tasca propria.
Tutto nasce da una sua lettera aperta, indirizzata alla regione e al comune di residenza, pubblicata sul sito di Metro Olografix, con la quale Fabio lamenta i costi elevati e la mancata assistenza della sanità pubblica.
Metro Olografix è una quotata associazione di smanettoni, che non si occupa solo di organizzare meeting hacker: in questi anni ha permesso a Fabio di affacciarsi al mondo della rete, dandogli la possibilità di espressione che non ha avuto nel sistema di relazioni convenzionale.
Parole al vento: se anche si riuscisse a compensare la famiglia di Fabio per la spesa, è evidente che, in futuro, chi non avrà la sua caparbietà e l'appoggio di una rete di hacker, dovrà pagare o essere escluso dal sistema.
Mala tempora currunt. Viviamo in una società dove si vendono computer come fossero noccioline, incuranti del loro devastante impatto ambientale ma che non riesce a provvedere alle necessità di chi rimane indietro. Le casse vuote di stato e regioni hanno reso difficoltose e lente le normali pratiche di assistenza sanitaria, in più cresce il sospetto di sciacallaggio tecnologico.
Il costo delle macchine informatiche, lo sappiamo, è dovuto per lo più alle gigantesche economie di scala. Per questo è plausibile che per un puntatore particolare, realizzato in poche unità, i costi di progettazione e di ricerca incidano selvaggiamente.
L'azienda che fornisce il mouse di Fabio rifiuta categoricamente i sospetti di sciacallaggio: "Non ci stiamo a essere accusati di speculare sulla disabilità", scrive l'amministratore. "Noi facciamo il nostro lavoro onestamente rispettando le buone regole del commercio. Molti di noi hanno motivazioni un po' più alte del semplice arricchirsi, anche familiari disabili gravi."
Ci auguriamo sia vero, ma l'esperienza in altri settori è desolante. "Ho smesso da qualche anno di occuparmi di allestimenti per disabili, perché sono rimasto schifato" sostiene M., meccanico auto. "I portatori di handicap pagano un prezzo maggiorato, in media del 20%".
"Alcuni apparecchi hanno mercato anche per l'utenza non disabile, perché semplificano la vita di chi guida parecchie ore al giorno," spiega la nostra gola profonda. "Per incentivare queste categorie (tassisti, rappresentanti), le aziende offrono consistenti sconti rispetto all'utenza disabile, che invece non può fare a meno di questi ausili." Risultato: anche al netto delle agevolazioni IVA, i portatori di handicap pagano un prezzo maggiore.
Ecco come le società civili trattano i propri figli meno fortunati: cornuti e mazziati, ovvero disabili due volte.
(Articolo modificato parzialmente dalla sua stesura originale)
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