Ask renderà anonimo il surfing ai propri utilizzatori. Microsoft invece prepara pubblicità sempre più mirate e pervasive, lasciando adito a seri dubbi in merito a violazioni della privacy.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 23-07-2007]
Mentre tutti si affannano a dichiarare "trasparenza" sull'utilizzo dei dati personali degli utenti e sotto sotto ne incrementano l'incrocio al fine di proporre una pubblicità ritagliata su misura (in quanto mirata alla persona piuttosto che alla tipologia di utilizzo del web), qualcuno va in controtendenza: è il motore di ricerca Ask, che si è impegnato a rendere completamente anonima la navigazione tramite il proprio sito.
A dire il vero, Ask non è proprio il primo in assoluto a dichiararsi disponibile a non usare i dati personali degli utenti; lo ha preceduto su questa via XQuick, il metamotore che si vanta di aver per primo eliminato il "Grande Fratello".
Secondo il direttore allo sviluppo di Ask, Doug Leeds, la cancellazione renderà impossibile la ricostruzione delle richieste provenienti da un dato computer, neppure se le autorità ne comunicassero l'indirizzo IP. Il cambio di rotta avverrà entro il corrente anno in Gran Bretagna e Stati Uniti, mentre per l'Europa se ne parlerà all'inizio del 2008.
L'affermazione sembra poco credibile non tanto in sé, quanto perché anche Yahoo! e Microsoft potrebbero scegliere di conformarsi a scelte di questo tipo per quanto attiene la navigazione sul web; il che - rapportato al valore dei dati personali stoccati dalle aziende - equivarrebbe a un suicidio economico, se non fosse sostituibile con qualcosa di analogo (se non di meglio).
A conferma, giunge la notizia che quelli di Redmond hanno depositato e brevettato un software - che potrebbe anche essere integrato in un sistema operativo - in grado di raccogliere e comunicare dati a fini pubblicitari direttamente dalla macchina ospitante.
Per il momento non ci sono notizie sulla effettiva realizzazione neppure a livello di beta release, si dice soltanto che la raccolta dei dati avverrebbe direttamente attraverso i banner visualizzati dal navigante, ma non solo.
Ovviamente qualcosa di molto simile avviene già attraverso i cookie, ma il tracciamento riguarda soltanto le preferenze e avviene nell'anoninato dell'utente che viene riconosciuto soltanto attraverso l'attribuzione di un numero casuale.
Microsoft invece proporrebbe qualcosa di molto più pervasivo, in quanto i dati sarebbero raccolti tramite una qualsiasi attività connessa all'uso dell'internet, compresi i vari setup e persino i messaggi di errore.
Il sistema, se non verrà vietato sul nascere, porrebbe pesantissimi dubbi sulla violazione della privacy oltre che sulla violazione della libera concorrenza. Infatti permetterebbe pubblicità "al volo", mirata cioè alla singola persona, piuttosto che a generiche abitudini di navigazione o di utilizzo del computer.
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