L'ex portatile da 100 dollari entra in produzione

Tre milioni di pezzi ordinati: le catene di montaggio di One Laptop per Child, l'organizzazione capeggiata da Negroponte, possono dare inizio alla produzione di XO, il portatile destinato alle scuole del terzo mondo.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 24-07-2007]

olpc

One Laptop per Child ha annunciato che il suo portatile umanitario, nome in codice XO, sta per entrare in produzione.

Il portatile sarà fabbricato da Quantum, nelle officine di Shanghai. La catena di montaggio partirà in agosto per il testing, e i primi computer prodotti in serie saranno sui banchi di scuola entro ottobre.

L'organizzazione capeggiata dal guru Nicholas Negroponte, che raggruppa cinque giganti dell'informatica e delle telecomunicazioni, Google, eBay, Red Hat, News Corporation e AMD, con l'appoggio esterno di Intel, da anni fa parlare di sè per il progetto di un laptop destinato all'istruzione dei bimbi del terzo mondo.

Oggi l'oggetto non è più misterioso: si chiama XO, non costa più 100 dollari (72 euro), ma circa 175 dollari, al cambio di oggi 127 euro, per ordini consistenti, escluso Iva e oneri di commercializzazione.

"L'anno prossimo i costi dovrebbero scendere," sostiene Mary Lou Jepsen, direttore tecnico di OLPC. "Il nostro scopo è l'innovazione, per buttare i costi giù e non usare software gonfiato. Il contrario di ciò che l'industria dei Pc fa tradizionalmente".

I costi sono saliti, è vero, ma gli XO promettono di essere dei muli: progettati per resistere in condizioni estreme di temperatura e umidità, ed essere energeticamente indipendenti, o quasi, in ambienti diversi dagli uffici climatizzati di Wall Street.

Lo schermo, che deve essere leggibile alla luce del sole, può rimanere sull'immagine mentre la scheda madre si spegne, per poter risparmiare energia. La batteria può essere ricaricata a corda, a manovella, a pedale, con una batteria di automobile, o con pannelli solari. Insomma, "con qualunque attrezzo riesca a generare una differenza di potenziale tra i 10 e i 20 volt", sempre secondo la Jepsen.

Qualche problema turba ancora i sonni degli uomini e le donne di Negroponte. Il software, per esempio, ha ancora qualche bacherozzo, ma la Jepsen è sicura che saranno risolti a breve. Dal punto di vista strategico, inoltre, non è ancora chiaro il ruolo del neo alleato Intel. AMD continuerà a equipaggiare la motherboard dell'XO, ma la casa di Santa Clara produrrà processori per alcune linee complementari.

L'affare non si ferma alla produzione e alla distribuzione dei portatili per i governi e le agenzie di beneficienza acquirenti: c'è già chi ha pensato alla produzione commerciale o a quella in concessione: "Abbiamo avuto offerte da alcuni dei maggiori fabbricanti di elettronica", dice la Jepsen.

Proprio nelle parole del direttore tecnico c'è tutta la portata rivoluzionaria e tutta la contraddizione di OLPC. Da un lato c'è l'orgoglio di essere il primo progetto in grado di sparigliare le carte in mezzo a caimani tipo Microsoft ("Giù i costi e niente software gonfiato: il contrario di quello che fanno gli altri").

Dall'altro lato, invece, è difficile nascondere il tremendo imbarazzo di chi si prepara a fare soldi sfruttando la propria condizione a metà tra il business e la beneficienza. OLPC si appresta a raggiungere la massa critica per la produzione grazie a progetti di cooperazione internazionale,e poi invaderà il mercato tradizionale fighetto con le eccedenze.

Per ora OLPC si concentra sulla produzione istituzionale, per fronteggiare gli attuali ordini di tre milioni di macchine (non si sa da quali paesi), che giustificano oggi la produzione di massa.

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