Pace armata tra Intel e Negroponte sul PC da 100 dollari

I due progetti contiueranno a coesistere, ma il più grande produttore di microchip collaborerà con One Laptop per Child, secondo la più classica delle soluzioni.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 17-07-2007]

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Ci si sarebbe potuto scommettere, che poi alla fine i due contendenti sarebbero giunti a un accordo; soluzione che probabilmente non accontenta nessuno ma torna utile a tutti evitando spese di lite e permettendo magari di aspettare il momento buono per fare lo sgambetto all'altro.

Perciò, messi da parte insulti e minacce di azioni legali, i partner hanno presentato una dichiarazione unitaria alla stampa affermando che "l'accordo di cooperazione serve a far sì che i paesi in via di sviluppo possano profittare dei vantaggi della tecnologia dell'informazione e comunicazione (TIC) attraverso la sinergia dei rispettivi programmi di lotta al digital divide".

Accantonata anche la poco felice uscita del direttore generale Craig Barret che appena due anni fa definiva "un giocattolo" il progetto OLPC solo perché avrebbe nontato un processore della concorrente AMD, e la risposta di Nicholas Negroponte che di rimando accusava Intel di "sabotaggio" a danno dei governi interessati all'iniziativa del MIT, le antiche incomprensioni si sono dissolte come neve al sole.

Fermo restando che il processore del portatile resterà appannaggio di AMD, Intel non sarà costretta a vendere in perdita il suo Classmate ai paesi emergenti ma potrà lucrosamente impiegare i sui chip nella creazione e fornitura dei server che dovranno collegare e gestire i portatili.

In sostanza è una vera e propria colonizzazione dei nuovi mercati, in cui i soci già partecipi al consiglio di amministrazione di OLPC (Google, eBay, Red Hat, News Corporation e naturalmente AMD) hanno gentilmente detto sì al produttore planetario dei processori, che chiedeva di aggregarsi alla bella compagnia nel rispetto del dettame "se non puoi batterli, unisciti a loro".

Il consorzio riveduto e corretto ha per altro fatto sapere di aver già ricevuto "migliaia di prenotazioni" dai governi dei paesi destinatari dell'iniziativa, che ad oggi consegnerebbe l'XO del Mit a poco meno di 130 euro franco magazzino dell'acquirente.

Resta da vedere anche la destinazione finale delle macchine. Chissà che non spuntino in qualche mercatino d'informatica con etichetta cinese, specie quella progettata da Intel che difficilmente butterà il progetto tra i rifiuti.

La soluzione prevedeva programmi di base e sistema operativo praticamente regalati da Zio Bill fatti girare su un hardware che, perdita di manovella a parte, sulla carta si presentava assi competitivo nelle prestazioni teoriche e nell'utilizzo pratico.

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Commenti all'articolo (1)

E' curioso come alla fine quello che conti sia il ritorno economico delle multinazionali e non l'interesse dei paesi in via di sviluppo. Chissà come la pensano i bambini, quelli che venivano definiti i proprietari del progetto.
18-7-2007 16:59

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