Tim Berners-Lee ha regalato al mondo il formidabile veicolo chiamato Web, ma la sua strada è a pedaggio.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 11-08-2007]
Da poco più di sedici anni il mondo beneficia gratuitamente dell'invenzione del Web, ovvero del sistema e dei linguaggi mediante cui, tra l'altro, è possibile leggere queste righe, trasmettendole mediante l'infrastruttura di comunicazione chiamata Internet.
Nella definizione del suo (co)inventore Tim Berners-Lee, il Web è "un'invenzione prima sociale che tecnica. L'ho progettato per uno scopo sociale - quello di permettere alle persone di collaborare - e non come giocattolo tecnico. Il fine ultimo del Web è di supportare e migliorare la nostra esistenza reticolare nel mondo". Insomma, lo scienziato inglese ha inventato un veicolo (e che veicolo) e lo ha messo gratuitamente a disposizione di tutti.
Come se non bastasse, il buon Tim ha fondato nel 1994 la relativa scuola guida: il World Wide Web Consortium, conosciuto generalmente come W3C.
Ma un veicolo in sè stesso è quasi inutile; possiamo farlo girare gratuitamente sulla pista privata delle nostre reti personali e chiuse, ma se vogliamo farlo viaggiare da un posto all'altro con il prezioso carico dei nostri bit impacchettati abbiamo bisogno delle infrastrutture, ovvero delle strade, delle stradine, delle autostrade, dei parcheggi e di tanti servizi relativi.
Tutto ciò ha dei costi oggettivi, che se qualcuno sostiene qualcun altro deve più o meno equamente pagare. Quella necessaria infrastruttura è Internet.
L'utente medio del servizio Web-Internet, che solo in pochi casi ne ha una conoscenza abbastanza approfondita e di lungo corso, tende a percepire il binomio Web-Internet, ovvero il "sistema" che gli permette di collegarsi al mondo stando seduto davanti al suo computer, come una sola cosa; invece sono due, strettamente concomitanti ma distinte.
Tutto ciò sembra scontato, ma capita che ce ne si dimentichi o che - come succede per tutto ciò che preferiamo non sapere - diventi una sorta di tabù. Le enormi potenzialità del veicolo chiamato Web ci entusiasmano, spesso al punto di farci dimenticare il costo del pedaggio della strada dandoci l'illusione di una gratuità che non c'è. La non-gratuità certo non giova alla libertà, comunque ognuno la intenda.
Abbiamo visto in molti casi anche recenti e clamorosi che la libertà di comunicare e di esprimerci tramite l'Internet che conosciamo è fortemente condizionata da un'infinità di fattori e vicende.
A prescindere da ogni discussione sulla liceità e sulla sensatezza di censure e controlli di vario tipo sui contenuti, dobbiamo sempre ricordarci che il Web è gratuito, ma Internet no. Se quello che cerchiamo è la libertà e la gratuità di comunicare e di esprimerci, siamo in un vicolo non certo stretto ma, ahinoi, cieco.
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Veleno Romano