Una voce autorevole fuori dal coro fissa i confini tra la tutela legale e l'arbitrio, tra gli interessi finanziari di pochi e l'interesse generale alla diffusione della cultura.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 08-01-2008]
Che le leggi fondamentali di tutti gli stati moderni tutelino sia il diritto individuale alla proprietà sia in generale la libertà di espressione e di diffusione del pensiero è cosa di cui nessuno dubita; e meno che mai Lawrence Lessig, docente alla prestigiosa Stanford Law School e specialista in diritto costituzionale, autore del saggio "Cultura Libera" destinato specialmente alla riflessione dei non specialisti dei rapporti tra cultura e potere.
Tuttavia il sottotitolo originale è assai più impegnativo e denso di contenuti rispetto alla traduzione italiana; recita infatti Come i media usano diritto e tecnologia per schiacciare la cultura e controllare la creatività.
Come anticipato, il volume non è strettamente tecnico, né sotto il profilo legale né sotto il profilo informatico; si limita ad analizzare fatti reali accaduti negli Stati Uniti per arrivare a scoprire i modi ed i mezzi messi in campo dalle major al fine di perpetuare a vantaggio proprio e degli autori i diritti derivanti dal riconoscimento della cosiddetta "proprietà intellettuale".
Va detto subito che le tesi esposte da Lessig appaiono tutt'altro che estremistiche; lo studioso ritiene infatti del tutto legale il principio della riserva di proprietà creativa ed i frutti che ne derivano, anche agli eredi dell'autore che ne possono disporre.
Diversamente le legislazioni costituzionali europee neppure prendono in considerazione la tutela della proprietà, affidandone la conservazione ai codici; forse perché la proprietà è sempre stata ritenuta una sorta di "diritto naturale", un diritto soggettivo del proprietario nei confronti della cosa e perciò indiscutibile anche se enunciato, a prescindere dall'eventuale valore economico del bene.
Tuttavia le questioni di fondo che vengono esplicitate sono identiche sulle due sponde dell'Atlantico e cioè se e quanto la tutela di un diritto di proprietà intellettuale, cioè non "reale" in senso proprio, abbia ancora senso in una società nella quale fotografia e focopiatrice prima, e l'internet subito dopo, hanno reso facile e universalmente accessibile quanto in precedenza era appannaggio di pochi fortunati.
Il principio invece che l'autore fa proprio e difende -anche se di fatto non preso in considerazione da alcuna legislazione- è che il mancato utilizzo del diritto d'autore ne debba determinare, trascorso un dato periodo di tempo, la messa a disposizione della collettività; oppure che in capo agli aventi diritto gravi una piccola tassa annuale per continuare a goderne l'esclusiva.
Soluzione su cui ognuno potrà dire la sua, esprimendosi a favore o contro; ma è certo che, ponendosi a mezza strada tra opposte tendenze ed interessi altrimenti inconciliabili, ha il pregio di stimolare ad una riflessione approfondita oltre che indicare una strada percorribile gettando un ponte tra ideologia e rivendicazione economica.
Scheda:
Titolo: Cultura libera
Autore: Lawrence Lessig
Editore: Apogeo
ISBN: 88-503-2250-X
Pagine: 308
Prezzo: euro 15,00
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