Sono falsi lo scandalo e la sorpresa rispetto alle presunte affermazioni di Bernabè sulla necessità di un aumento di capitale e una riduzione dei dividendi Telecom.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 16-02-2008]
Oggi le cronache finanziarie sono ricche di riferimenti alle presunte dichiarazioni di Franco Bernabè, amministratore delegato di Telecom Italia, che in un incontro (programmato da tempo) con i sindacati del settore avrebbe ribadito un dato di fatto ormai unanimente riconosciuto, cioè la pesantezza dell'indebitamento di Telecom Italia, dichiarando che ci si potrà fare fronte con una riduzione dei dividendi e un aumento di capitale.
Questa dichiarazione avrebbe fatto calare il titolo Telecom ancora; è stata smentita ufficialmente dall'azienda, ridimensionata in parte dagli stessi sindacati, e provocato una denuncia per aggiotaggio.
Prendiamo per buona, anche se poco credibile, la versione di Telecom Italia, secondo cui il segretario generale della Uilcom avrebbe frainteso le parole dell'amministratore delegato, secondo cui sarebbe necessario un aumento di capitale e un taglio dei dividendi: dove sarebbe lo scandalo?
Non sono stati giornalisti economici del calibro di Massimo Mucchetti a individuare da tempo nell'aumento di capitale di Telecom Italia una necessità inderogabile e improrogabile bloccata solo dal timore di Tronchetti Provera di dover cedere la posizione di comando del gruppo, supportata da una quota davvero minima di azioni?
La strategia dell'aumento di capitale è sempre stata l'alternativa al progetto tronchettiano di scorporare la Rete e di vendere il mobile. Ora che Tronchetti Provera è uscito dal capitale e, forse, anche dalla gestione, Bernabè ha deciso di tenersi ben stretta la Rete, separandola solo dal punto di vista gestionale, non può che ricorrere alle leve dei dividendi bassi e del ricorso al mercato per trovare nuovi capitali, senza fare nuovi debiti, se vuole dare futuro alla Rete e quindi a Telecom Italia.
Il resto sono solo paranoie di un mercato italiano asfittico e conciato, in fatto di trasparenza, peggio perfino della tanto vituperata politica.
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