L'apertura di Sarcozy sfacciatamente a favore delle major sembra aver stimolato un ripensamento generale su tutta la materia; ora è la volta delle sanzioni per l'uso improprio dell'internet che potrebbero essere di fatto sulla via dell'accantonamento.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 04-06-2008]
Dopo i diritti per la cosiddetta copia privata, nel mirino del massimo organo di controllo amministrativo francese c'è ora la legge comunemente detta "Internet e creatività", a suo tempo voluta dall'HADOPI (Alta autorità per la diffusione delle opere e la protezione dei diritti su internet); insomma, la "legge Urbani" in formato transalpino.
A detta di Christine Albanel, attuale ministro per la cultura, la legge non sarà esaminata prime dell'estate, quindi ci sarebbe tutto il tempo per le eventuali modifiche; infatti il Consiglio di Stato ha emesso un avviso di "presa in esame" in relazione a diversi punti e pare assai lontano dall'approvazione della "legge internet e creatività".
Le osservazioni e gli inviti alle modifiche si sostanzioano in ben cinque diversi capi, a partire dal filtraggio della rete, cavallo di battaglia delle major che sarà assolutamente vietato, all'esclusione di fatto della responsabilità personale di tutti quegli utenti il cui collegamento all'internet sia stato oggetto di pirataggio informatico.
Sarà inoltre consentito il ricorso individuale contro l'irrogazione delle sanzioni, mentre l'elenco dei mezzi impiegati a protezione della connessione dovrà essere fornita dalla HADOPI.
Il parere preventivo del Consiglio di Stato ovviamente in questa materia non è giuridicamente vincolante; ma pare indubbio che, se non verranno accolte le motifiche suggerite, gli eventuali ricorsi avverso le sanzioni avranno vita facile.
D'altra parte la puntigliosa messa a punto dei paletti a tutela dei diritti costituzionali, che segue di poco la decisa rivisitazione verso il basso della tassa sul "diritto di copia", sembra adombrare un preciso suggerimento tra le righe, che potrebbe essere quello di lasciar perdere ogni velleità di protezione feroce ed a tutti i costi dei diritti di proprietà intellettuale.
Burocratizzare le procedure sanzionatorie vuol dire renderle costose e defatiganti; l'adozione del ricorso individuale porterebbe ad una miriade di decisioni e sentenze difformi tra loro anche se identiche nelle premesse.
Da ultimo la richiesta dimostrazione da parte degli aventi diritto che lo scaricamento di file illegali è avvenuto per volontà di una persona fisica ben individuata e non tramite un qualunque bot di terzi, è praticamente la richiesta di quella "prova diabolica" che nessuno sarà mai in grado di fornire.
Le osservazioni del Consiglio di Stato transalpino vanno perciò lette come l'invito alle major di lasciare che l'internet si regoli da solo e se ci sono interessi privati da proteggere, non se ne faccia carico alla collettività a danno dei diritti costituzionale dei singoli.
Speriamo infine che il messaggio di buon senso sia presto recepito anche dal nostro Legislatore, costantemente e vergognosamente "tirato per la giacca" da chi non ha ancora capito che i tentativi di repressione comportano maggiori perdite di un'oculata e moderna politica di distribuzione unitamente a una compatibile riduzione dei prezzi delle opere originali.
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guardianodelfaro