L'EU chiede consiglio a Google per la privacy

L'Unione Europea per rinnovare la legge sulla protezione dei dati personali consulta il Global Privacy Counsel di Google.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 09-12-2008]

Commissione Europea Google privacy Peter Fleischer

È interessante vedere come si evolva il rapporto tra Google e l'Unione Europea. Le ultime vicende li avevano visti contrapporsi, con questa che riteneva troppo invadente l'attività di quella, e quella che cercava di compiacere questa in tutti i modi.

Ormai, però, i due soggetti devono aver fatto la pace. Non si spiega altrimenti perché mai Bruxelles sia andata a chiedere consigli su come gestire "le sfide della nuova tecnologia" proprio a Peter Fleischer, che di Google è Global Privacy Counsel.

La Commissione Europea, infatti, ha creato un gruppo che analizzi le problematiche sollevate dalle tecnologie più recenti, tra cui anche l'aggiornamento della legge sulla protezione dei dati personali, e ha chiamato Fleischer a farne parte.

Il gruppo si è incontrato per la prima volta giovedì 4 dicembre, quando Fleischer ha potuto mettersi a lavorare fianco a fianco con David Hoffman, consigliere per "eBusiness e privacy" di Intel.

Secondo il portavoce del Commissario Barrot, Michele Cercone, scopo del gruppo non è rivedere subito la legge sulla protezione dei dati ma "questo potrebbe essere un primo passo".

D'altra parte - continua Cercone - necessaria una riflessione sulle nuove tecnologie e la protezione dei dati per cominciare a identificare quali siano, per tutti coloro che hanno un'esperienza nel settore, gli i impegni maggiori".

Fleischer sa già come contribuire a questa riflessione: secondo lui è ormai tempo di "rivedere il concetto di protezione dei dati basato sulla localizzazione", un concetto che ormai è obsoleto in quanto "l'architettura di Internet non consente ai dati di fermarsi alle frontiere nazionali".

Occorrerebbe quindi che l'Unione Europea si facesse carico di tutte le normative, armonizzandole tra loro, e si presentasse come l'unico organismo preposto alla protezione dei dati personali anziché affidarsi agli enti dei singoli Stati: anche per Google sarebbe sicuramente più pratico rivolgersi a un solo soggetto, piuttosto che a 27.

Chi - stante tutto ciò - ravvisi una nota stonata nell'invito di due emissari di Intel e Google al gruppo che tratterà la questione della privacy a livello europeo si senta tranquillizzato dalle parole di Cercone, il quale assicura che Fleischer e Hoffman sono presenti a titolo personale e per via delle proprie capacità, non in rappresentanza delle loro società.

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