Berlusconi farà anche battute stupide, ma sul fatto che l'archivio Genchi costituisca uno dei maggiori scandali non ha torto.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 26-01-2009]
Silvio Berlusconi fa ridere e discutere il Paese con le sue battute: da quelle inverosimili e incredibili (ma vere) sul fatto che un calo del 2% del Pil non sia drammatico perché saremmo ricchi come due anni fa, all'ultima di dubbissimo gusto sugli stupri.
Dove non ha tutti i torti, invece, è quando parla del'archivio "Genchi". Questo nome viene dal vicequestore (in aspettativa) Gioacchino Genchi, consulente telematico del giudice De Magistris, che avrebbe raccolto 350.000 intercettazioni e più di un milione di numeri inseriti in centinaia di migliaia di tabulati.
Tra le persone intercettate ci sarebbero Prodi, lo stesso Berlusconi, numerosi magistrati, tanti responsabili della polizia e dei servizi segreti, ma anche cardinali, parlamentari, ministri e tantissimi comuni cittadini caduti nella rete di Genchi.
Certamente è facile rilevare la differenza di comportamento tra come Berlusconi e i giornali a lui vicini (il Giornale e Libero) trattarono la vicenda Telecom Italia: difendendo a spada tratta Tronchetti Provera e i suoi poliziotti privati, giustificando le deviazioni dell'apparato dei servizi segreti in nome dell'interesse supremo della lotta al terrorismo internazionale.
Oggi quelli del centrodestra si scandalizzano ma, al di là delle ipocrisie e delle incoerenze e delle contraddizioni, chi può dare loro torto? Che diritto aveva il giudice De Magistris di incaricare un poliziotto in aspettativa, anziché carabinieri e polizia in servizio, permettendogli di compiere intercettazioni a tutto campo?
Oltre tutto per questo incarico venne pagato con centinaia di migliaia di euro con soldi pubblici e le intercettazioni riguardarono anche soggetti che si occupano della sicurezza e soggetti che non sarebbe permesso intercettare, come i parlamentari.
Decine di migliaia di cittadini furono intercettati, un po' come faceva la Stasi nella Ddr comunista o l'Ovra nell'Italia di Mussolini. Con questo archivio privato, custodito senza rispettare i criteri della privacy, si corre il rischio che venga usato per ricatti, al di là delle intenzioni di Genchi e di De Magistris, che pure volevano agire in nome del bene supremo della lotta alla corruzione e alla criminalità.
Non esistono intercettazioni (di massa, indiscriminate ed eccessive) buone perché volute dalla sinistra e contestate dalla destra; né analogamente esistono intercettazioni buone perché volute dalla destra e contestate dalla sinistra.
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