L'onorevole sostiene che sia indispensabile per combattere la pedofilia. Il coinvolgimento di Davide Rossi, presidente di Univideo, fa più pensare alla lotta alla pirateria.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 11-03-2009]
Gabriella Carlucci, autrice del ddl che mira a eliminare l'anonimato dalla Rete, è intervenuta in prima persona a difendere la propria creatura, e l'ha fatto generando ancora più confusione e facendo aumentare i sospetti sui reali scopi della proposta.
La prima rivelazione fatta dall'onorevole Carlucci è in realtà un'ammissione. Il ddl 2195 non è proprio tutta farina del suo sacco: in realtà ha ragione il giurista Guido Scorza e dietro al testo c'è la mano di Davide Rossi, la cui figura diventa ancora più interessante quando si apprende che costui è anche presidente di Univideo.
La precisazione non è oziosa: considerato come l'onorevole insista nell'affermare che la proposta è stata pensata con l'unico scopo di combattere la pedofilia online, perché, dovendo scegliere un esperto, si è rivolta proprio a una persona che si occupa di intrattenimento audiovisivo?
Inoltre, fa sapere Gabriella Carlucci, "la direttiva del 2000 è stata concepita e approvata quando Internet non era web 2.0 ma vi erano siti più facilmente identificabili". Ora, a parte il fatto che sarebbe stato utile sapere a quale direttiva si faccia riferimento (ma le possibilità sono poché: dev'essere - dice ancora Guido Scorza - quella sul commercio elettronico, che di nuovo non ha nulla a che fare con la pedofilia), una frase del genere non può che evidenziare una ben scarsa conoscenza di Internet.
Il vero problema è che in questa luce la proposta pare più occuparsi di lotta alla pirateria che non alla pedofilia; in questo senso, le richieste di limitazione dell'anonimato suonano ancora più sospette: parlare di antipedofilia sembra un modo di cercare consensi attorno a un tema che naturalmente ne attira, per mettersi poi invece a caccia di chi violi il copyright.
Né l'onorevole Carlucci convince quando sottolinea che i documenti contenenti la proposta si chiamano pedo_relazione e pedo_proposta: se l'ambito fosse davvero la difesa dei bambini, perché mai la preoccupazione principale riguarda la facilità di "compiere reati quale la diffamazione, l'ingiuria, la calunnia", stando a quanto dichiarato nella risposta?
Il sospetto è che in realtà Gabriella Carlucci sia in buona fede ma, se con il proprio intervento voleva accattivarsi le simpatie di quello che lei stessa definisce "il popolo della Rete", ha probabilmente mancato il bersaglio.
Anche perché la conclusione della piccata risposta ("spero che di fronte alle mie spiegazioni chi mi ha offeso selvaggiamente e senza motivo abbia la compiacenza ed il buon gusto di chiedermi almeno scusa") è quanto di più lontano ci possa essere dallo spirito di condivisione che sta alla base di Internet: " in ogni caso io vado avanti per la mia strada, sicura e conscia della bontà e la necessità della mia iniziativa".
Speriamo che nel viaggio incontri il collega Cassinelli, il quale sembra essere più disponibile al confronto e avere le idee un po' più chiare.
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