Il ragazzo avrebbe già confessato: farebbe parte del collettivo Anonymous, responsabile degli attacchi DDoS per il caso Wikileaks.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 10-12-2010]
Riguarda un sedicenne olandese il primo arresto eseguito dalle polizie che indagano sugli attacchi DDoS sferrati contro i siti di PayPal, Visa e Mastercard, rei di aver "tradito" Wikileaks.
Le società sono finite nel mirino del collettivo Anonymous, già noto per gli attacchi contro i siti delle major americane, dopo aver deciso di bloccare la possibilità di fare donazioni a Wikileaks tramite i loro circuiti.
È interessante notare come Anonymous tenga a precisare che l'attacco è rivolto ai soli siti pubblici ma non coinvolga i servizi di pagamento, che invece continuano a funzionare. Nel caso di PayPal, per esempio, si noterebbe soltanto un rallentamento, utile a sensibilizzare gli utenti su quanto sta succedendo ma senza creare loro problemi.
Il giovane arrestato avrebbe già confessato e sarebbe stato individuato poiché lo Low Ion Orbital Cannon - lo strumento utilizzato per portare gli attacchi - avrebbe un grave limite: non si curerebbe di celare gli indirizzi IP di chi lo utilizza.
Ciò potrebbe avere come logica conseguenza la possibilità che presto seguano molti altri arresti.
Intanto anche Facebook e Twitter stanno prendendo posizione sulla vicenda. Il primo ha bloccato la pagina del collettivo facendo appello alle proprie condizioni di servizio, che prevedono il ban per chiunque promuova attività illegali, e il secondo ha sospeso l'account.
Nonostante tutto ciò gli attacchi dovrebbero continuare: dopo che un portavoce di Anonymous ha smentito le voci che indicavano Amazon quale prossimo bersaglio, alcune indiscrezioni indicano che il sito del Senato USA potrebbe essere ora finito nel mirino dei pirati informatici.
Pare tuttavia che la strategia sia per subire un cambio di rotta: se quella condotta fin qui era nota come Operation: Payback ora starebbe per iniziare la Operation: Leakspin.
Si tratta di un invito, rivolto a tutti i naviganti di Internet, a scaricare i documenti rivelati da Wikileaks e condividerli sui propri spazi web, realizzando anche brevi video per YouTube; per proteggerli dalla censura, Anonymous consiglia di utilizzare dei tag fasulli.
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