I siti istituzionali non possono pubblicare dati personali sulla salute dei cittadini, nemmeno in nome della trasparenza.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 12-03-2013]
La trasparenza, negli atti della pubblica amministrazione, è «sacrosanta», ma non può arrivare al punto di ledere la dignità dei cittadini.
È in base a questo principio che il Garante per la protezione dei dati personali ha fatto oscurare alcuni dati pubblicati sui siti web di dieci comuni italiani.
Tali dati sono quelli contenuti in alcune ordinanze riguardanti il trattamento sanitario obbligatorio per alcuni cittadini. L'articolo continua qui sotto.
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Tutto ciò non avrebbe dovuto venire pubblicato in chiaro sul web; avendolo fatto, i dieci comuni sono stati riconosciuti colpevoli di un trattamento illecito dei dati personali.
C'è poi un altro problema: le ordinanze erano anche facilmente rintracciabili tramite i motori di ricerca, e ora le amministrazioni comunali coinvolte dovranno «attivarsi per fare in modo che vengano rimosse le copie web delle ordinanze e di tutti gli altri atti aventi ad oggetto il ricovero per trattamento sanitario obbligatorio dagli indici e dalla cache». Oltre, ovviamente, a fare in modo che ciò non si ripeta in futuro.
Ora il Garante avvierà le procedure per irrogare le sanzioni previste per il trattamento illecito di dati personali.
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