Lo scrittore Gianrico Carofiglio denuncia per diffamazione un critico che gli dà dello scribacchino su Facebook. Scoppia una rivolta dei critici.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 26-09-2012]
Gianrico Carofiglio è uno scrittore di successo: ha vinto decine di premi letterari e i sui libri (da Il passato è una terra straniera a Il silenzio dell'onda, a Testimone inconsapevole, fino al recente Ad occhi chiusi) hanno venduto centinaia di migliaia di copie. Il suo protagonista preferito è un avvocato barese, una sorta di commissario Montalbano alle orecchiette, un legale-detective sciupafemmine e intellettualoide.
Non è solo uno scrittore ma è anche un magistrato della Procura di Bari; inoltre è anche un senatore del Partito Democratico.
Vincenzo Ostuni, critico letterario, molto meno noto, lo ha stroncato sul proprio profilo di Facebook definendolo "mestierante" e "scribacchino"; al che, Carofiglio lo ha denunciato per diffamazione.
Non è il massimo, per un senatore di un partito che a partire dal nome si definisce "democratico". Inoltre è scoppiata un'autentica rivolta di scrittori e critici italiani che in una settantina, non si sono limitati a esprimere solidarietà a Ostuni, ma intendono autodenunciarsi ripetendo lo stesso giudizio, anche se magari non lo condividono.
Critici e scrittori si recheranno sono recati oggi davanti a un commissariato di polizia di Roma, quello in cui è ambientato il bel libro Quer pasticciaccio brutto di via Merulana di Gadda, da cui venne tratto un bellissimo film con Germi nelle vesti del commissario protagonista.
La polemica ha guadagnato anche la pagina culturale del Corriere della Sera di ieri in cui Emanuele Trevi, autore di un libro su Pasolini che per poco non vinceva il Premio Strega 2012.
Trevi invita Carofiglio a ritirare la denuncia contando sulla sua intelligenza e paragona la personalità di Carofiglio, come quella di ogni uomo, a un parlamento rissoso, perfino più di quello italiano di cui è membro lo scrittore, in cui si combattono atteggiamenti intelligenti e altri meno.
Certo D'Annunzio avrebbe sfidato a duello chi lo avesse definito scribacchino; Trilussa ci avrebbe scritto un sonetto; Dante lo avrebbe mandato all'inferno. Carofiglio che, personalmente e per quello che può valere il mio modestissimo parere di lettore, è uno scrittore piacevole e superiore alla media, da buon magistrato dovrebbe sapere che la giustizia è già troppo oberata da troppi processi e penalizzata da tanti tagli economici: non merita una causa in più e non necessita di occuparsi anche di letteratura.
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