Le minacce delle major sono inefficaci: la Baia ha già pronto più di un piano di riserva.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 26-02-2013]
La questione dell'hosting di The Pirate Bay non è mai stata semplice: sin da quando ha lasciato il computer di uno dei fondatori per cercarsi dei veri server ha dovuto resistere a vari tentativi di chiusura.
L'ultimo passo è stato il trasferimento "sulle nuvole", avvenuto quando ha debuttato l'infrastruttura attuale che fa uso del cloud computing, cui comunque si accompagna una molto terrestre connessione fornita dal Partito Pirata Svedese.
Proprio questo è il problema: il gruppo antipirateria Rättighetsalliansen, spalleggiato dalle major, ha lanciato un ultimatum, informando il Partito Pirata che continuare a collaborare con The Pirate Bay oltre il 26 febbraio avrebbe avuto come risultato azioni legali.
Per il partito, mettersi a combattere in tribunale contro le major sarebbe una lotta impossibile, che ne prosciugherebbe le risorse impedendogli di continuare il proprio operato. Nonostante abbia deciso di denunciare la Rättighetsalliansen per coercizione illegale, il Partito Pirata Svedese non può dunque più fornire la connettività necessaria alla Baia.
Così, The Pirate Bay ha deciso di salpare e di trovarsi un nuovo porto. Anzi, per la precisione ne ha trovati due: il Partito Pirata della Norvegia e quello della Catalogna.
Lo spostamento non ha comportato alcun tipo di problema: la Baia ha da tempo pronti alcuni piani di riserva per restare online nonostante i tentativi di chiusura, diretti o indiretti.
D'altra parte, la scelta non è caduta su Norvegia e Spagna per caso. La prima è quello Stato in cui un tribunale si è rifiutato di avallare le tesi della IFPI, la quale avrebbe voluto che il provider locale Telenor bloccasse The Pirate Bay, poiché non sussistevano le basi legali per tale richiesta.
La Spagna, invece, è uno Stato in cui la legge antipirateria che contempla la possibilità di bloccare i siti esiste ma è scarsamente applicata: dallo scorso marzo - mese in cui la legge è stata approvata - soltanto due sono i siti che hanno chiuso, ed entrambi l'hanno fatto volontariamente.
Se dunque anche la Norvegia si preparasse a modificare la legge così da fornire le basi legali necessarie alle major - come pare si stia preparando a fare - The Pirate Bay avrebbe un luogo sicuro in cui rifugiarsi già attivo; e se le cose peggiorassero, potrebbe sempre spostarsi ancora.
Se questo articolo ti è piaciuto e vuoi rimanere sempre informato con Zeus News
ti consigliamo di iscriverti alla Newsletter gratuita.
Inoltre puoi consigliare l'articolo utilizzando uno dei pulsanti qui
sotto, inserire un commento
(anche anonimo)
o segnalare un refuso.
© RIPRODUZIONE RISERVATA |
|
|
||
|
Gladiator