Energia pulita e a costo zero prodotta dall'urina anche umana, con acqua ricca di fertilizzanti quale sottoprodotto della lavorazione.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 18-11-2013]
Di notizie relative a motori diesel per autotrazione utilizzanti la diammide dell'acido carbonico, cioè l'urea, quale additivo, ne circolano da un bel pezzo.
Tra gli altri, un serissimo studio dell'Agenzia per la protezione dell'ambiente USA sostiene che unendo al gasolio il 32% circa di un fluido ricavato dalla miscelazione dell'urea con gas naturali, con pochi ritocchi dei motori esistenti e con un pieno di pipì si potrebbero fare 15.000 chilometri. Senza produrre inquinanti atmosferici e quindi classificabili come Euro 5.
E la diammide in questione, prodotta da tutti gli organismi animali, uomo compreso, si trova appunto disciolta nell'urina per essere espulsa quale scarto, dopo che il sangue è stato filtrato dai reni.
Al di là delle facili ironie, occorre tener presente che ogni giorno il solo genere umano produce miliardi di litri di urina che, se impiegata per produrre energia pulita, potrebbe risolvere molti problemi connessi all'approvvigionamento energetico e alla riduzione degli inquinanti.
Ovviamente la maggiori industrie mondiali non stanno a guardare; anzi precorrono i tempi con studi e concept quale le realizzazioni in Selective Catalytic Reduction già messe in cantiere da alcuni: per esempio Mercedes e Volkswagen denominandola AdBlue e ricevendo anche il consenso dell'americano Clean Air Act.
Esistono già realizzazioni più "artigianali" con impiego di urina per produrre energia; una per tutte, quella di alcune studentesse presentata alla quarta Maker Faire Africa, fiera tenutasi a Nairobi e riservata ai piccoli inventori, che per mezzo di idonei catalizzatori converte in energia l'idrogeno, estratto mediante elettrolisi e deumidificato con filtri al borace.
In questa ottica multiprospettica si cala oggi l'invenzione di Franco Lisci, presentata ad Alghero nell'ambito di una mostra sulle innovazioni tecnologiche patrocinato da Legambiente, che si presenta come una felice sintesi delle strade sin qui battute.
Avrebbe infatti risolto le maggiori problematiche che avevano limitato la praticità dell'invenzione: la formazione della condensa, l'eliminazione delle particelle e i materiali reflui alla fine della lavorazione, la rumorosità del motore, le dimensioni e in genere la sicurezza dell'insieme.
Il realizzatore, oggi già produttore di questo futuribile (ma omologato CE) motore elettrico alimentato a urina, vanta esperienze quale ricercatore e progettista di impianti.
La sua "creatura" è in grado di funzionare senza alcun apporto esterno di energia, senza combustioni e senza rilascio di inquinanti di alcun genere, compresi solfiti, CO e polveri sottili.
Sarà commercializzata dalla Guspinese Impianti, un'azienda che fa parte del polo produttivo La Casa Verde CO2.0, rete di imprese che condividono competenze e risultato delle ricerche, con la partecipazione dell'Università di Cagliari.
Nella pagina successiva vediamo il ruolo fondamentale che riveste in tutto ciò la lana di pecora.
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Auto alimentata a pipì: entra in gioco la lana di pecora
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