L'ultimo rapporto Kaspersky mostra un aumento dei cybercrimini legati alla valuta virtuale.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 07-05-2014]
Che gli ultimi mesi siano stati problematici per Bitcoin, la popolare valuta digitale, non è un mistero.
Le minacce sono però iniziate già l'anno scorso, quando i cybercriminali hanno iniziato a interessarsi sempre di più a questo tipo di denaro, che nel frattempo ha visto il proprio valore aumentare non di poco (oggi un Bitcoin vale più di 300 euro).
Ad affermarlo è Kaspersky Lab nel rapporto Cyber-minacce finanziarie nel 2013, secondo il quale il malware che mira a rubare Bitcoin è andato sempre aumentando.
Il 2013 ha fatto infatti registrare un aumento degli attacchi pari a 2,5 volte, portando il loro numero a 8,3 milioni.
«Durante il 2013 il valore dei bitcoin è aumentato di oltre 85 volte attirando così l'attenzione dei criminali informatici» spiega Sergey Lozhkin, di Kaspersky.
«Verso la fine dell'anno il numero di utenti attaccati da malware mirati ai bitcoin si stava avvicinando sempre più al numero di coloro che invece si sono ritrovati a fronteggiare minacce informatiche più convenzionali» continua Lozhkin.
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Il problema è che, a differenza di quanto accade con il denaro "tradizionale", i Bitcoin rubati svaniscono per sempre: «I proprietari di crypto-valuta dovrebbero prestare particolare attenzione perché è quasi impossibile recuperare il denaro rubato. Questo è il rischio insito nell'utilizzo di una cripto-valuta come Bitcoin che circola senza alcun controllo del governo».
Occorre quindi difendersi per evitare che i furti accadano. I consigli per farlo vanno dall'utilizzo di supporti cifrati sui quali conservare i portafogli Bitcoin all'utilizzo di software per la protezione del PC (dopotutto Kaspersky è un'azienda che vende proprio questo tipo di software).
Un diverso tipo di minaccia rispetto ai malware che rubano Bitcoin è costituito da quei software che generano valuta virtuale (ossia praticano il mining dei Bitcoin) e si installano all'insaputa dell'utente.
Si tratta di un fenomeno che sta coinvolgendo anche gli smartphone: in questo caso, la prima difesa è verificare bene l'affidabilità dell'app che si intende installare.
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