E' il primo ad aver superato il test di Turing.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 09-06-2014]
Dopo decenni di computer con nomi del tipo HAL 9000, suona un po' strano credere che esista un supercomputer chiamato Eugene Goostman, prodotto del lavoro dei ricercatori russi Vladimir Veselov, Eugene Demchenko e Sergey Ulasen.
Eppure, proprio Eugene è riuscito in un'impresa che si è dimostrata finora impossibile ai suoi predecessori: superare il test di Turing.
Ideato dal famoso matematico britannico Alan Turing, il test è stato creato come un modo per stabilire se una macchina sia in grado di pensare.
In pratica, perché il test si possa dire superato, un computer deve essere scambiato per un essere umano da una persona che "chiacchieri" con esso (non di persona, ma digitando su una tastiera, così da consentire agli umani di mascherarsi da computer e viceversa).
Sabato scorso, durante un esperimento presso la Royal Society di Londra, Eugene è riuscito in questo intento con una buona (considerato com'è andata sinora) percentuale di successo: il 33% dei ricercatori scelti per capire se ci si trovasse di fronte a un uomo o a una macchina l'ha scambiato per un essere umano.
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Per la precisione, è stato scambiato per un ragazzino di 13 anni: proprio il fatto che Eugene fingesse di essere un ragazzino e non un uomo adulto ha scatenato le critiche di alcuni ricercatori, sostenendo che questa differenza alterasse il significato del test, poiché si è portati a perdonare a un ragazzino la presenza di certe reazioni, o la mancanza di conoscenza su certi argomenti.
Se inoltre si considera che il ragazzino in questione era russo e usava l'inglese come seconda lingua, si capisce perché lo scienziato "ingannato" possa essere stato tentato di essere particolarmente indulgente.
In ogni caso, il risultato ha immediatamente scatenato l'entusiasmo degli appassionati di intelligenza artificiale e di semplici curiosi: chiunque infatti può chiacchierare con Eugene, dato che esiste un'apposita interfaccia web. Sfortunatamente, al momento in cui scriviamo non è possibile approfittarne a causa dell'elevato numero di collegamenti.
Al di là dell'entusiasmo per il primo computer che, in un modo o nell'altro, s'è fatto passare per un uomo, subito è nata anche una preoccupazione riguardante il cybercrimine.
Infatti i sistemi di rilevamento fino a oggi si basano sulla possibilità di distinguere esseri umani e bot; se questa differenza nei prossimi anni verrà a cadere, allora bisognerà muoversi per tempo e trovare nuovi sistemi per difendersi.
Vi invitiamo a leggere la seconda parte dell'articolo, in cui Paolo Attivissimo sostiene che il test di Turing non sia stato affatto superato.
Ti invitiamo a leggere la pagina successiva di questo articolo:
No, un ''supercomputer'' non ha superato il Test di Turing
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