Spesso viene scambiata per cibo e usata anche per nutrire i piccoli, causandone la morte.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 26-10-2015]
Quanto inquina la plastica che finisce nei mari? A giudicare dalle "isole di rifiuti" rilevate negli oceani, questo tipo di inquinamento è decisamente preoccupante, ma c'è di più.
Uno studio pubblicato su Pnas ha rivelato quanta di questa plastica finisca per essere ingerita dagli uccelli marini: esaminando le ricerche compiute tra il 1962 e il 2012 gli studiosi hanno scoperto che negli anni '70 e '80 del secolo scorso appena il 10% degli uccelli marini aveva ingerito plastica. Partendo da questi dati, hanno stimato che oggi tale percentuale sia salita al 90% e che entro il 2050 si arrivi al 99%.
La causa di questo fenomeno sta nel fatto che spesso gli uccelli marini confondono i pezzetti di plastica per gamberetti o krill, raccogliendoli e a volte portandoli anche come cibo ai loro piccoli.
Già nel 2013 il documentario Midway aveva sollevato il problema, mostrando le immagini di una remota isola del Pacifico coperta dalle carcasse di piccoli di albatross, al cui interno erano visibili tappi di bottiglia e spazzolini da denti.
Una volta ingerita, la plastica ostruisce il sistema digerenti di questi animali e a volte finisce per ostruire anche quello respiratorio; rilascia inoltre tossine nei loro corpi, e in buona sostanza ne conduce alla morte un gran numero.
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In base ai dati presentati nello studio i ricercatori affermano che ci sono circa 580.000 pezzi di plastica per ogni chilometro quadrato di mare, e che il quantitativo di plastica prodotto raddoppia ogni 11 anni: tra il 2015 e il 2026 si produrrà più plastica di quanta ne sia mai stata prodotta.
Tutto ciò «è un'indicazione del fatto che il nostro mondo sta venendo letteralmente intasato dalla plastica» commenta Boris Worm, biologo marino della Dalhousie University, sottolineando che la moria di uccelli è il segno visibile di una minaccia nascosta ma maggiore, ossia l'effetto che la plastica ha su animali come pesci, balene e tartarughe.
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