Avremo smartphone sempre carichi senza doverli mai collegare alla presa.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 09-11-2015]
In un mondo così pieno di dispositivi elettronici, la necessità più impellente sembra essere quella di aver sempre a disposizione una presa di corrente per ricaricare le batterie. Oppure, meglio ancora, dotarsi di dispositivi che non si scaricano mai perché ricavano l'elettricità dal nulla.
Proprio dal nulla è impossibile, ma la britannica Drayson Technologies ha ideato un apparecchio chiamato Freevolt in grado di convertire i segnali radio in cui siamo immersi in energia elettrica.
Dal Wi-Fi alla tecnologia cellulare, passando per le trasmissioni radiofoniche e televisive, l'ambiente in cui viviamo è saturo di radiazioni elettromagnetiche che chiamiamo onde radio.
Freevolt è in grado di captare queste onde e convertirle in elettricità: ogni dispositivo Freevolt è costituito da un'antenna multifrequenza in grado di rilevare ogni sorgente di onde radio con una frequenza compresa tra 0,5 e 5 GHz, da un raddrizzatore che converte tali onde in corrente continua, e da un modulo per la conservazione e la distribuzione della corrente.
Nonostante Drayson vanti l'efficienza del proprio sistema, bisogna ricordare che questa soluzione permette di ottenere soltanto potenze molto ridotte: in un ambiente saturo di onde radio, come può essere un ufficio, un Freevolt riesce a generare all'incirca 100 microWatt.
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È un po' poco per alimentare uno smartphone ma questa potenza ridotta è sufficiente per le applicazioni ipotizzate da Drayson: per esempio la si può usare per alimentare dei sensori, realizzando magari dei dispositivi antifumo che non hanno mai bisogno di batterie, oppure emettitori di segnali per la mappatura e la navigazione all'interno di edifici, o ancora videocamere di sorveglianza a basso consumo che non hanno bisogno di essere collegate alla rete elettrica.
Da questo paradigma, si può ipotizzare un'intera smart city dotata di sensori che non hanno bisogno di complicati cablaggi: bidoni dei rifiuti che segnalano quando sono pieni, strade che riconoscono la presenza del traffico e via di seguito.
Inoltre, Drayson afferma di poter realizzare dei Freevolt di dimensioni maggiori per quelle applicazioni che hanno bisogno di più potenza, e sta lavorando anche sulla miniaturizzazione dei componenti per integrare il dispositivo all'interno di vestiti e in generale delle apparecchiature indossabili. Un giorno, forse, si potrà davvero avere uno smartphone sempre carico senza doverlo collegare periodicamente alla presa.
Per lo sviluppo di ulteriori applicazioni pratiche, Drayson fa conto sulla collaborazione con altre aziende cui concedere in licenza la propria tecnologia, mentre l'azienda britannica in sé ha per ora realizzato un unico prodotto che fa uso di Freevolt: CleanSpace Tag.
Si tratta di un sensore che rileva continuamente la presenza di monossido di carbonio e invia i dati raccolti a uno smartphone tramite connessione Bluetooth.
Grazie all'app dedicata è quindi possibile rilevare lo stato dell'inquinamento dell'aria in tempo reale e valutare quando si è stati esposti a esso durante la giornata o la settimana.
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