E se invece che morto fosse scappato coi soldi?
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 19-12-2019]
Lo scorso febbraio QuadrigaCX, all'epoca uno dei maggiori mercati canadesi di criptovalute, si ritrovò in guai seri: il suo amministratore delegato, Gerry Cotten, morì all'improvviso.
I guai non erano causati dal dispiacere per la scomparsa del CEO, o dal dolore per avere perso una guida così valida. Più prosaicamente, Cotten era il solo a conoscere la password per accedere a un tesoretto valutato in 190 milioni di dollari canadesi (quasi 130 milioni di euro al cambio di oggi), appartenente ai vari clienti di QuadrigaCX.
Nei mesi successivi, le cose si sono complicate. Molti - soprattutto i creditori - hanno iniziato ad avanzare l'ipotesi che Cotten non sia davvero morto, ma abbia soltanto finto la propria dipartita per potersi intascare la somma.
L'esame delle circostanze della presunta morte di Cotten, peraltro attribuita a complicanze del morbo di Chron, una malattia che può essere molto fastidiosa ma difficilmente fatale, non ha fatto altro che alimentare i dubbi. Né ha aiutato la credibilità di QuadrigaCX il fatto che l'azienda abbia svelato la morte di Cotten soltanto il 14 febbraio, circa un mese dopo che essa era ufficialmente avvenuta.
Così i creditori hanno deciso di avanzare, tramite i loro avvocati, l'unica richiesta che, se soddisfatta, può porre fine alla questione: l'esumazione del cadavere di Cotten.
Gli avvocati chiedono che le autorità canadesi procedano a disseppellire il corpo dell'ex CEO di QuadrigaCX per poi condurre un'autopsia, «al fine di confermare sia la sua identità sia la causa della morte», e giustificano la richiesta facendo leva sulle «dubbie circostanze della morte del signor Cotten e le perdite importanti», in termini economici, cui questa ha portato.
L'esumazione deve inoltre condursi entro la primavera del 2020, per evitare che il corpo sia così decomposto da rendere vano l'esame.
La piattaforma QuadrigaCX ha smesso di operare lo scorso 28 gennaio - ossia prima ancora che la scomparsa del CEO venisse annunciata - e da allora non è più tornata in attività: ciò significa che i suoi utenti in questi mesi non hanno potuto accedere ai propri fondi, nemmeno a quelli che non erano conservati nei portafogli "freddi" (ossia collegati a Internet) protetti dalla password smarrita.
D'altra parte, anche l'eventuale accettazione della richiesta di esumazione non porterà a riavere l'accesso ai portafogli: se l'identità di Cotten sarà confermata, anzi, ciò potrebbe porre fine a ogni speranza.
Se invece dall'autopsia emergerà che Cotten non è la persona che è stata seppellita in quella bara all'inizio di quest'anno, allora inizierà una caccia all'uomo sul cui buon esito già si possono avanzare dei dubbi, considerato il tempo avuto a disposizione dall'ipotetico truffatore per nascondersi.
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