[ZEUS News - www.zeusnews.it - 10-11-2022]
Da anni ormai Microsoft s'è resa conto che il tempo in cui le vendite di Windows erano una parte fondamentale del suo bilancio è passato, tanto che oggi non c'è alcuna difficoltà nell'attivare Windows 11 con una licenza generata per Windows 8.
Se per gli utenti ciò che vent'anni fa era impensabile - attivare l'ultima versione di Windows con i dati di una versione precedente - è senz'altro gradito, per Microsoft si pone il problema di come trarre comunque un profitto dal sistema operativo, e la risposta a questa domanda sta a quanto pare nella pubblicità.
Abbiamo già visto tentativi di inserire spot più o meno invasivi all'interno di Esplora File, Edge, o nella Ricerca di Windows e, in tutti i casi s'è sempre trattato di annunci relativi a servizi forniti comunque da Microsoft: prima di irritare gli utenti con annunci di terze parti è chiaramente saggio sondare il terreno con spot di prodotti che sono in qualche modo legati al sistema stesso.
Questa pratica oggi ha fatto un ulteriore progresso: alcuni utenti hanno iniziato a notare l'apparizione di un piccolo annuncio relativo a OneDrive all'interno del menu Start.
Il primo a incapparvi è stato l'utente di Twitter Albacore che, facendo logout sul proprio PC con Windows 11, ha notato nella finestra del menu una voce finora inedita (come si può vedere nell'immagine che riportiamo in fondo all'articolo): Back up your files.
Cliccando sopra questo "consiglio" è apparsa la raccomandazione - a tutti gli effetti un poco invasivo spot - di utilizzare OneDrive a questo scopo, servizio che, come sappiamo, offre un piano iniziale gratuito e poi ulteriori piani a pagamento.
Si può discutere se Microsoft abbia il diritto di modificare in questo modo il funzionamento del sistema operativo installato sui PC altrui, anche se gli utenti non dovessero aver pagato per la licenza di Windows 11 ma aver semplicemente continuato a usare una licenza precedente (posto che l'hardware consenta l'installazione dell'ultima versione di Windows, ma è probabile che questi primi, relativamente timidi tentativi non siano altro che il segnale di quella che diventerà la norma nel prossimo futuro.
L'integrazione sempre più stretta con i servizi cloud, strategia di cui fa parte anche la transizione da Office a Microsoft 365, indica abbastanza chiaramente come il modello adoperato sino a oggi (con software acquistati una volta sola e senza intrusioni successive) sia quantomeno in forse, sostituito da abbonamenti e pubblicità.
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