A quanto pare Sam Altman è d'accordo con le previsioni di Cassandra.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 17-08-2025]
La nostra Cassandra lo va ripetendo da tempo: quella delle IA (o, meglio quella degli LLM) è una bolla, che rischia di scoppiare come accaduto alle aziende dotcom a cavallo del millennio. Ora qualcun altro le fa eco: Sam Altman, CEO di OpenAI (l'azienda che ha creato ChatGPT) durante una cena con alcuni giornalisti ha definito il mercato dell'intelligenza artificiale una bolla speculativa alimentata da investitori «eccessivamente entusiasti». Esattamente come Cassandra, Altman ha paragonato l'attuale frenesia per gli investimenti in IA alla bolla delle dotcom della fine degli anni '90, sottolineando che, sebbene l'IA abbia un potenziale trasformativo, le valutazioni di molte startup del settore sono irrazionali e insostenibili.
Altman ha evidenziato come il mercato attuale sia caratterizzato da un entusiasmo eccessivo per tecnologie promettenti ma non ancora mature. «Quando si verificano le bolle, le persone intelligenti si entusiasmano troppo per un seme di verità» ha detto, sottolineando che l'IA, come Internet negli anni '90, è una tecnologia rivoluzionaria, ma le aspettative degli investitori stanno superando la realtà. Secondo il Wall Street Journal il settore dell'IA sta vedendo investimenti record, con quasi 500 startup valutate in media a 5,4 miliardi di dollari ciascuna e altre 1.300 con valutazioni superiori ai 100 milioni. Tuttavia molte di queste aziende, spesso composte da piccoli team con idee non ancora validate, ricevono finanziamenti sproporzionati rispetto al loro potenziale reale.
Le parole di Altman sono particolarmente significative considerando il ruolo di OpenAI, la cui valutazione ha raggiunto i 157 miliardi di dollari nell'ultimo round di finanziamenti. Nonostante il denaro raccolto, l'azienda prevede perdite per 5 miliardi di dollari nel 2025, a fronte di ricavi di 3,7 miliardi: il dato riflette l'enorme costo delle infrastrutture necessarie per sviluppare modelli di IA avanzati come appunto ChatGPT. Altman ha annunciato che OpenAI intende spendere «trilioni di dollari» in data center nei prossimi anni, un investimento che considera strategico per mantenere un vantaggio competitivo anche in caso di una correzione del mercato.
Le critiche di Altman alle valutazioni irrazionali trovano eco in altre analisi. Per esempio, un rapporto della University of Michigan-Dearborn evidenzia che, nonostante investimenti superiori a 1 trilione di dollari in tecnologie di IA generativa, non sono ancora emerse applicazioni rivoluzionarie che giustifichino tali cifre. Usi comuni come chatbot per il servizio clienti o assistenti per la scrittura di email non hanno avuto l'impatto trasformativo previsto. Problemi come il consumo energetico elevato (l'IA rappresenta il 3% del consumo globale di elettricità) e le preoccupazioni etiche legate all'uso di dati senza autorizzazione stanno iniziando a pesare sul settore.
Nonostante il tono critico, Altman rimane ottimista sul futuro dell'IA, sottolineando che, come per la bolla delle dotcom, le perdite di alcuni investitori non impediranno alla tecnologia di trasformare l'economia a lungo termine. Tuttavia afferma senza mezzi termini che «qualcuno perderà una quantità fenomenale di denaro».
Le preoccupazioni di Altman si estendono anche agli impatti sociali dell'IA. In un'intervista separata il fondantore di OpenAI ha espresso disagio per l'attaccamento emotivo di alcuni utenti ai modelli di IA, come dimostrato dalla reazione alla rimozione temporanea di GPT-4o dopo il lancio di GPT-5. OpenAI ha dovuto reintegrare il modello precedente a causa delle proteste degli utenti, evidenziando una dipendenza crescente che Altman considera problematica, soprattutto per chi fatica a distinguere tra realtà e interazioni con l'IA. Inoltre Altman ha affrontato il tema dell'impatto dell'IA sul mercato del lavoro. Durante un intervento alla Federal Reserve ha previsto che l'IA potrebbe eliminare intere categorie di lavoro, come il supporto clienti, grazie alla capacità di eseguire compiti senza errori e in tempi rapidi. Tuttavia ha riconosciuto che l'IA non è ancora pronta a sostituire professionisti in ambiti complessi come la medicina, dove la supervisione umana rimane essenziale.
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