Gli editori indipendenti temono che la funzionalità AI Overview uccida il giornalismo indipendente.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 11-07-2025]
Negli ultimi tempi l'intelligenza artificiale ha trasformato il modo in cui accediamo alle informazioni online, e ciò non è avvenuto senza conseguenze. Proprio a causa di queste un gruppo di editori indipendenti, riuniti nell'Independent Publishers Alliance, ha presentato un esposto formale alla Commissione Europea e alla Competition and Markets Authority del Regno Unito accusando Google di abuso di posizione dominante. Al centro della disputa c'è la funzione AI Overview, introdotta da Google per fornire sintesi automatiche dei contenuti web direttamente nei risultati di ricerca. Secondo gli editori, questa innovazione sta causando un calo significativo del traffico verso i loro siti, con ripercussioni su lettori e ricavi pubblicitari, fondamentali per la sostenibilità del giornalismo indipendente.
La funzione AI Overview genera riassunti che appaiono in cima alla pagina dei risultati di ricerca, sopra i link tradizionali ai siti web. Questi riepiloghi, basati su contenuti estratti dal web, rispondono direttamente alle domande degli utenti, riducendo l'incentivo a cliccare sui siti originali. Dati citati da Reuters, provenienti da Similarweb e dall'analista SEO Malte Landwehr, indicano che, a partire dal lancio di AI Overview a maggio 2024, i siti di notizie statunitensi hanno registrato un calo medio del traffico tra il 37% e il 40%. Sebbene non ci siano ancora stime precise per l'Europa, gli editori indipendenti temono un impatto simile, considerando la dipendenza storica del settore dal traffico generato da Google.
Il cuore della denuncia riguarda il mancato consenso. Gli editori sostengono che Google utilizzi i loro contenuti per addestrare i modelli linguistici dell'IA e generare i riassunti senza autorizzazione esplicita. Inoltre, non esiste un'opzione chiara per escludere i propri contenuti da AI Overview senza rinunciare completamente alla visibilità nei risultati di ricerca standard. Questa situazione è definita da alcuni come una forma di «ricatto digitale» e pone gli editori di fronte a una scelta difficile: accettare l'uso dei loro contenuti da parte di Google o rischiare di perdere traffico essenziale per la loro sopravvivenza.
Rosa Curling è co-direttrice di Foxglove Legal, un'organizzazione che supporta la denuncia. Curling ha sottolineato che «il giornalismo indipendente sta affrontando una minaccia alla sua stessa esistenza»; pertanto ha chiesto un intervento urgente per garantire agli editori il diritto di scegliere se partecipare o meno all'ecosistema IA di Google. Google dal canto proprio ha risposto alle accuse sottolineando i benefici di AI Overview. Un portavoce dell'azienda ha dichiarato che la funzione consente agli utenti di porre un numero maggiore di domande, creando nuove opportunità per la scoperta di contenuti e aziende. Google ha anche messo in discussione la correlazione diretta tra AI Overview e il calo del traffico, suggerendo che le fluttuazioni possano derivare da fattori come la domanda stagionale, gli interessi degli utenti o gli aggiornamenti periodici degli algoritmi di ricerca.
La denuncia si inserisce peraltro in un contesto normativo più ampio. Con il Digital Markets Act (DMA), l'Unione Europea ha intensificato il controllo sui "gatekeeper" digitali come Google, che controllano l'accesso a beni e servizi online. Questo caso potrebbe rappresentare un banco di prova per l'applicazione del DMA, con la Commissione Europea chiamata a bilanciare l'innovazione tecnologica con la protezione della concorrenza e del pluralismo informativo. Gli editori hanno richiesto misure cautelari per evitare danni irreversibili; il dibattito si allarga alla necessità di modelli di concessione in licenza più trasparenti e sistemi di remunerazione che riconoscano il valore del lavoro giornalistico.
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