Sorveglianza totale e fine dello Stato di diritto

Un saggio penetrante e acuto descrive la fine delle garanzie dello Stato di diritto in nome della lotta al terrorismo.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 20-09-2005]

In Italia stiamo vivendo un paradosso: da una parte il Governo Berlusconi ha presentato in Parlamento un disegno di legge volto a limitare l'uso delle intercettazioni telefoniche, sia come durata massima dell'uso di questo strumento che come divieto, pena gravi sanzioni pecuniarie per i giornalisti, della pubblicità sulla stampa del testo delle intercettazioni anche quando non sia coperto da segreto istruttorio e l'obbligo di avviso alle persone intercettate ma non accusate di reati.

Dall'altra parte lo stesso Governo Berlusconi ha reso obbligatoria la conservazione dei dati del traffico telefonico e delle comunicazioni elettroniche, come e-mail e navigazione Internet, fino al 2007 e ha dato il potere di intercettare le comunicazioni telefoniche ed elettroniche anche ai servizi segreti, nel quadro della lotta al terrorismo. Ci sono Paesi, invece, come Germania, Olanda e Finlandia che, per ora, si oppongono all'obbligo della cosidetta "data retention" anche per ragioni economiche: l'aggravio pesante di costi per gli Internet Provider che il provvedimento prevede e che potrebbero scaricarsi sugli utenti, frenando la crescita di uno dei pochi settori non in crisi come quello delle Telco.

Si tratta di temi delicati che attengono alla stessa natura dello Stato democratico di diritto che rischia, in nome della lotta al terrorismo, di negare le sue stesse fondamentali norme giuridiche in difesa dei cittadini. Sul tema de "La fine dello Stato di diritto" si interroga un saggio importante e completo, edito da Manifestolibri, del sociologo belga Jean-Claude Paye.

Paye parte dalla considerazione che gli ultimi gravi attentati terroristici che hanno spinto Governi e Parlamenti all'adozione di testi legislativi che autorizzano il controllo totale e preventivo delle comunicazioni tra cittadini e la limitazione di altre importanti garanzie democratiche, dall'attentato delle due Torri dopo il quale è stato approvato il Patriot Act all'attentato di Londra che ha portato alla nuova legislazione di emergenza inglese e alle normative europee, siano stati degli alibi che hanno legittimato e accelerato dei processi involutivi già in corso.

Non si tratta solo della possibilità amplissima di intercettazione, della creazione di banche dati elettroniche come il sistema di monitoraggio dei passeggeri dei voli diretti negli USA e dell'utilizzo indiscriminato dei controlli biometrici, ma anche della legislazione che permette la detenzione per lunghi periodi di stranieri o anche di cittadini appartenenti a Stati sospettati di terrorismo, la creazione di carceri speciali come Guantanamo o le carceri di sicurezza in Italia, la sottrazione degli imputati a giudici ordinari per sottoporli a tribunali militari speciali, non soggetti nemmeno a leggi marziali ma soltanto al Governo come negli Stati Uniti, la limitazione del diritto di difesa, la possibilità di espellere cittadini stranieri sulla sola base dei sospetti, e infine, addirittura i progetti, elaborati dai Governi americano e inglese, per attribuirsi il diritto di sospendere o privare della cittadinanza inglesi e americani accusati di terrorismo.

I reati di terrorismo sono spesso reati associativi, come il reato di associazione sovversiva in Italia, che consistono anche solo nell'aderire ad una associazione a fini terroristici, più ancora e prima che commettere reati, e che quindi possono essere utilizzati per reprimere e criminalizzare indiscriminatamente sia il dissenso sociale che i movimenti di lotta e di protesta.

Paye, che svolge un'analisi comparata delle legislazioni degli Stati Uniti e dei singoli Paesi europei, Inghilterra, Germania, Spagna, Belgio e Francia, si sofferma anche su quella che chiama la "specificità italiana". Ricorda come, sulla base del reato di associazione sovversiva, nato nell'ambito del Codice fascista, furono intraprese, dopo il summit di Genova del 2002, alcune perquisizioni nei locali di Indymedia Italia, oltre alla confisca di documenti e banche dati dell'associazione, mentre nel novembre 2002 sono stati effettuati una ventina di arresti di militanti della Rete Sud Ribelle in base a un dossier costituito da intercettazioni di messaggi di posta elettronica e comunicazioni telefoniche.

Si assiste, comunque, in tutto il mondo, ad una prevalenza del potere esecutivo su quello giudiziario, ad una autonomia eccessiva della polizia rispetto alla magistratura e alla tendenza dello stesso potere politico ad accettare acriticamente le indicazioni tecniche degli organismi di polizia e dei servizi segreti anche quando limitano le libertà, come nel caso del sistema americano Carnivore utilizzato dall'FBI per l'intercettazione in tempo reale di tutte le conversazioni elettroniche, in cui quella che dovrebbe essere un'eccezione giustificata e limitata nel tempo diventa la regola per tutti.

Un'involuzione preoccupante se consideriamo che, ancora nel 2001, il Parlamento Europeo aveva approvato le conclusioni del rapporto Cappato (eurodeputato radicale italiano) sul divieto di sistemi volti ad un controllo generalizzato e indiscriminato delle comunicazioni tra cittadini. Il Parlamento aveva, così, rifiutato il principio generale della conservazione dei dati e dell'obbligo dei cittadini, dietro ingiunzione dell'autorità giudiziaria, di permettere la decifrazione dei propri messaggi codificati o di svelare le chiavi di codifica". Oggi la stessa Unione Europea ha rinunciato a questi principi. Un esempio è l'abuso che viene fatto della banca dati SIS, il sistema di informazione Schengen con il quale si catalogano i profili di molti esponenti del mondo No Global e si proibisce loro la libera circolazione in ambito europeo in occasione di manifestazioni.

E' preoccupante e grave soprattutto la possibilità di perseguire i reati di violazione dei sistemi informatici, sempre e comunque come reati terroristici, puniti anche con l'ergastolo, a prescindere dai sistemi violati (quindi non necessariamente di difesa, sicurezza o di servizi pubblici) prevista nelle legislazioni statunitense e britannica.

Paye afferma: "Le varie leggi volte a introdurre nuovi crimini informatici ed a permettere la conservazione dei dati elettronici sono state promosse, dietro richiesta americana, da varie organizzazioni internazionali, il che si spiega in particolare con il posto occupato dalle imprese americane nel settore della new economy. Esiste una forte relazione tra le esigenze dell'FBI e la produzione, da parte dei costruttori americani, di software poco sicuri. Il controllo di polizia sulla rete è giustificato e facilitato dalla scelta di configurazioni vulnerabili da parte dei fornitori d'accesso e dei server di commercio elettronico, e dalla mancanza di sicurezza di cui soffrono i computer".

Scheda
Titolo: La fine dello Stato di diritto
Autore: Jean-Claude Paye
Editore: Manifestolibri
Prezzo: 16,50 euro

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© RIPRODUZIONE RISERVATA

Pier Luigi Tolardo

Commenti all'articolo (ultimi 5 di 11)

Anonimo Romagnolo
Il male minore? Leggi tutto
24-9-2005 13:33

lux bonnett
LEX NATURAE N 4 Leggi tutto
22-9-2005 10:34

lux bonnett
LEX NATURAE 3 Leggi tutto
22-9-2005 10:11

Stato di diritto ?! L'Italia un paese laico e..... Leggi tutto
22-9-2005 00:56

Andrea " Hermes "
dici silvio... ma io vi dico che con il prox governo di sinistra le cose nn andranno meglio ( do per scontata la loro vittoria si)... vedremo come razzoleranno... liberta, parola troppo inflazionata... come amore. io ringrazio il cielo che siste un posto come internet, controllato che sia, perche' qui trovo tanta gente piu' in... Leggi tutto
22-9-2005 00:50

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