Chi viaggia negli Stati Uniti è meglio che sappia che il proprio portatile può essere acceso e perquisito.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 24-04-2008]
I viaggiatori che frequentano gli aeroporti internazionali con il proprio laptop d'ora in avanti staranno probabilmente più attenti, in seguito alla decisione di un giudice in base alla quale un notebook può essere perquisito senza porsi alcun problema.
Il tutto ha origine al rientro in patria (a Orange County, in California) di Michael Timothy Arnold dopo un soggiorno di tre settimane nelle Filippine.
Arrivato all'aeroporto americano è stato fermato da due agenti della polizia di frontiera, i quali hanno acceso il suo portatile senza fare complimenti e hanno trovato una foto raffigurante due donne nude, stando a quanto dichiarato.
In primo grado il giudice ha rigettato le prove trovate sul portatile, considerando quest'ultimo come un'estensione delle memorie e dei pensieri: pertanto non può essere legalmente perquisito senza un ragionevole sospetto.
In appello, però, la decisione è stata ribaltata, nonostate Arnold abbia tentato di paragonare il laptop alla propria casa, considerandolo quindi protetto allo stesso modo dalle leggi sulla privacy.
Secondo il giudice d'appello, infatti, questa teoria non è sostenibile, perché non si può vivere in un portatile ed esso, invece, viaggia col proprietario. Inoltre ha affermato che "il governo ha bisogno di avere la possibilità di impedire a materiale pericoloso di entrare nel Paese, sia che si tratti di armi usate da terroristi, pericolosi narcotici o pedopornografia".
Un portatile è dunque perfettamente perquisibile dalla polizia di frontiera senza bisogno di avanzare alcun sospetto; chi viaggia negli Stati Uniti è avvisato.
Secondo Jennifer Chacon, professoressa di legge all'Università della California, "ciò cambierà il modo in cui la gente viaggia".
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