I dati personali degli utenti sarebbero in vendita: pubblicate sul web le "prove". Yahoo minaccia azioni legali.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 14-12-2009]
Da tempo si sospettava che motori di ricerca, gestori di account email e i social network potessero fare un uso per lo meno "inappropriato" dei dati degli utenti da essi custoditi; e sebbene la cosa possa sembrare di per sé non del tutto illegale - all'insegna del tutti i mezzi sono leciti se anche i fini sono leciti - parrebbero oggi giustificate le peggiori apprensioni in merito alla destinazione finale degli archivi.
L'affaire Yahoo, recentemente emerso, sarebbe legato alle rivelazioni fatte da Cryptome circa la vendita a enti pubblici autorizzati e ad agenzie governative proprio dei dati personali e sensibili degli utenti.
I fatti sono noti. In un documento online uno studente universitario, certo Christopher Soghoian, ha reso pubblico una specie di "tariffario" delle informazioni e dati sensibili degli utenti; detto tariffario è infine stato messo stabilmente online dal sito Cryptome che da sempre si occupa di privacy, crittografia e "segreti" più o meno accessibili.
Resta il fatto che soltanto Yahoo! avrebbe tentato invano di bloccare la pubblicazione (disponibile su Cryptome sotto forma di file Pdf) dei dati raccolti, forse perché indicativi delle dimensioni e profondità del fenomeno, sventolando infine il solito spauracchio della richiesta (astronomica) di danni derivanti dalla mancata vendita.
Ma la cosa non finisce qui. Pare infatti che, sebbene nessuno stia riuscendo a "tappare la bocca" all'impavido divulgatore, Verio/NTT - il fornitore d'accesso di Cryptome - abbia deciso su consiglio del proprio staff legale di chiudere il sito contestato, secondo quanto riferisce il sito Make Install.
Si tratta di una chiusura senza giustificazione alcuna se si eccettua un laconico comunicato da cui si evince un non meglio specificata "violazione delle policy aziendali".
Ovvio che a questo punto prendano corpo i peggiori sospetti di diffide governative e ingerenza istituzionale nella vicenda, soprattutto per la mancanza di adeguate motivazioni.
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