Nella più grande azienda italiana di telemarketing e call center, è in atto uno scontro tra i lavoratori e i sindacati ufficiali.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 25-07-2005]
Atesia è la società di proprietà del Gruppo Cos di Alberto Tripi, che l'ha rilevata più di un anno fa da Telecom Italia, e che continua a mantenere una quota nella proprietà e a fornire la maggior parte delle commesse. E' la più grande società italiana di call center specializzati in telemarketing. In pratica se qualcuno vi telefona a casa per offrirvi un'Adsl Alice o un telefono cordless Aladino, al 90% lo sta facendo dalla sede di Atesia, dove sono impiegati circa 3.000 operatori.
In Atesia, che ha la sua sede principale a Roma, si sta verificando uno spiacevole e insolito scontro tra un collettivo autorganizzato di lavoratori, i cosiddetti "precari di Atesia" e le organizzazioni sindacali confederali: Nidil-Cgil (l'associazione della Cgil che organizza i lavoratori atipici), Fistel-Cisl, Cpo-Uil (la corrispondente della Nidil in Uil).
In sintesi, Cgil-Cisl-Uil hanno siglato un accordo con Atesia per la trasformazione di un certo numero di contratti a termine (già CoCoCo e Copro) in contratti di inserimento e apprendistato, cioè contratti potenzialmente più stabili, che potrebbero preludere a un'assunzione a tempo indeterminato (anche se non vi è certezza e i livelli salariali sono modesti); il collettivo autorganizzato contesta l'accordo e lotta invece per la trasformazione di tutti i contratti a tempo in contratti a tempo indeterminato.
Questo conflitto ora si acuisce: Atesia ha infatti messo in libertà in questi giorni circa 800 persone, invitandole a richiamare telefonicamente a settembre per sapere se ci sarà ancora lavoro per loro.
Il collettivo autorganizzato ha organizzato una protesta improvvisa con assemblee e presidi notturni. Per questo la direzione di Atesia ha licenziato quattro degli organizzatori della protesta per assemblee senza permesso, mentre i sindacati ufficiali hanno condannato queste proteste del Collettivo come inutili.
La contrapposizione tra gruppi spontanei di lavoratori, che portano avanti istanze più radicali, e il vertice sindacale, più moderato, è stata una delle caratteristiche dell'autunno sindacale degli anni '70. Ma allora i sindacati furono capaci di dialogare e confrontarsi con i contestatori, sapendone assorbire ragioni e portando al loro interno i delegati più rappresentativi; oggi, questa capacità sembra essere andata in crisi in Cgil-Cisl-Uil.
Questo è un grave limite proprio adesso che la politica della concertazione è andata in crisi: per la prima volta al vertice del Cnel (Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro) anzichè un sindacalista o un uomo gradito ai sindacati è stato nominato l'ex Ministro Antonio Marzano, mai tenero con i sindacati; gli industriali metalmeccanici, in un loro documento ufficiale, si spingono a chiedere limitazioni al diritto di sciopero anche nell'industria privata.
Le divisioni nel sindacato non si limitano ad Atesia: a Torino, è una bella notizia, la Nidil-Cgil vince una causa contro la Tim, obbligando l'azienda ad assumere un'operatrice che per tre anni aveva lavorato in Tim come interinale, venendo poi lasciata a casa; ma questa scelta delle vie giudiziarie non è condivisa da Cisl e Uil. Cisl e Uil però proclamano scioperi in difesa di un'altra lavoratrice, già interinale, licenziata dalla Tim nel periodo di prova e la Cgil si dissocia dalla scelta. Queste divisioni certo non aiutano la causa del sindacato e dei lavoratori.
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