Una proposta di legge prevede di tagliare i fondi a quegli atenei che non prevengano e reprimano la condivisione illegale di file tramite il peer to peer.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 14-11-2007]
Alla Siae sono dei dilettanti: in America, infatti, le preoccupazioni della Riaa si concentrano ora sugli atenei, e lo fanno attraverso una proposta di legge federale.
Secondo l'Higher Education Bill (750 pagine disponibili in formato Pdf), le Università devono assumersi il compito di controllare il peer to peer per evitare che il copyright venga infranto.
In sostanza devono diventare i sorveglianti per conto della Riaa, avvisando gli studenti che fanno richiesta o ricevono aiuti finanziari dei pericoli che corrono facendo attività di file sharing.
Già suona grave l'obbligo per le Università di offrire alternative legali al p2p, magari facendo un abbonamento a Napster per ogni studente, ma c'è di più.
Qualora la legge passasse, le Università non avrebbero alternative: la punizione prevista per non essersi impegnate nella lotta al p2p sarebbe la perdita dei finanziamenti federali.
La protesta dell'Associazione delle Università Americane non ha tardato: "La proposta [...] obbliga le istituzioni a peseguire l'irraggiungibile obiettivo della prevenzione del file sharing illegale e espone al rischio di perdere gli aiuti un'infinità di studenti innocenti riguardo alla condivisione illegale di file".
Ciò che è veramente sconcertante è come la proposta trovi del tutto naturale che il governo federale degli Stati Uniti usi le proprie risorse per fare da guardaspalle a una associazione privata (la Riaa) che non si ferma di fronte a nulla pur di difendere i propri privilegi.
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merlin