Analizziamo le strategie dei principali gestori di telefonia e Internet italiani per diffondere il Web nel grande pubblico: priorità alle tecnologie o ai contenuti?
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 18-10-2001]
Dallo Smau fino a Natale i consumatori italiani saranno oggetto di forti campagne pubblicitarie per la diffusione dell'Adsl, ma le strategie dei principali gestori di telefonia e Internet italiani si stanno diversificando in maniera sostanziale. Infatti mentre Telecom Italia punta tutto sulla tecnologia, per diffondere l'Adsl con l'offerta Broad Band Box di certa qualità e con copertura capillare, il suo principale concorrente ovvero Nuova Wind, nata dall'operazione Wind+Infostrada, non si limita a concorrere con la propria offerta LiberoAdsl ma punta tutto sui contenuti, con un colossale piano di investimenti da circa 3.000 miliardi di lire per lo sviluppo di contenuti multimediali,ponendosi così in diretta concorrenza con gli editori.
Dopo il successo dell'evento legato al ritorno al grande pubblico di Mina con la propria immagine e non solo con la voce, in prima assoluta sul portale Inwind, la produzione in proprio di contenuti multimediali di qualità realizzati per essere accessibili via Internet ma anche tramite i telefonini di nuova generazione (Wap, Gprs e domani anche UMTS) diventa la strada maestra del principale concorrente di Telecom Italia.
L'ex monopolista italiano, invece, percorre la strada inversa, disinteressandosi dei contenuti ed annunciando la cessione di La7, l'ex Tmc che Colaninno, allora patron di Telecom Italia aveva acquisito attraverso Seat. Eppure Telecom Italia è l'unico grande Gruppo industriale italiano che non possiede propri organi di stampa contrariamente a quanto si può affermare per Fiat e Fininvest mentre per Enel si può supporre che solo l'ancora forte presenza pubblica nella proprietà abbia impedito ai manager di Enel-Wind di acquisire Tv o giornali.
Anche il "mago" dell'Internet italiana, Renato Soru di Tiscali deve confrontarsi con questi temi, dopo che in questi anni ha fatto diventare la sua società il più grande Internet Provider europeo, che per i propri contenuti dovrà per forza confrontarsi con editori che vanno aldilà dei nostri Rizzoli o Mondadori, Rai o Fininvest e che abbiano dimensione europea, come ne esistono solo in Germania o in Francia.
Ancora una volta il nostro Paese è diventato troppo piccolo.
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