Un nuovo aumento del canone per l'abbonamento a Telecom Italia che cerca di indorare la pillola offrendo un po' di traffico gratis. Un equivoco da chiarire.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 08-07-2002]
Dal 1 Luglio il canone mensile di Telecom Italia è aumentato da 13,63 Euro (Iva inclusa) a 14,57 Euro (sempre Iva inclusa), mentre il canone per i clienti affari è passato da 14,62 Euro a 15,20 Euro (sempre Iva inclusa). Si tratta di un ennesimo aumento del canone fisso, sia pure all'interno di una manovra tariffaria, che prevede una riduzione delle interurbane e delle internazionali.
Questo permette a Telecom Italia, con il consenso dell'Autority, di dire che la bolletta telefonica degli italiani diminuisce anzichè salire; questo è un primo equivoco, perchè l'aumento del canone colpisce indistantamente tutti gli abbonati, al di là della quantità e della qualità del traffico che consumano.
In realtà una delle voci che assume sempre maggior peso nella bolletta degli italiani, e cioè il traffico da telefono fisso verso mobile, continua a essere particolarmente onerosa e molto più cara che negli altri Paesi europei.
"Ricomincio da Te" prevede anche la gratuità delle chiamate al numero 400, per conoscere l'ultima chiamata a cui non si è risposto, che in precedenza aveva un costo di 127 lire + Iva; altri servizi telefonici come il traferimento di chiamata, l'avviso di chiamata, o il servizio "Chi è", che continuano ad essere considerati supplementari (ma che invece dovrebbero essere considerati di base in una concezione evoluta), continuano ad essere a pagamento.
L'operazione "Ricomincio da Te" ha suscitato le forti critiche dei competitors di Telecom Italia per concorrenza subdola; in realtà, non si vede perchè aumentare il canone per poi concedere delle gratuità, che comunque a Telecom Italia costeranno meno e verrano utilizzate solo da una parte degli abbonati.
In questo caso il Governo, come per molte altre tariffe di servizi pubblici, e come in generale per l'aumento dei prezzi, dimostra di essere disattento verso l'aumento del costo della vita ed i rischi inflazionistici che questo comporta.
Il potere di controllo è comunque affidato all'Autority, che non ha voluto riconoscere a Telecom Italia, se non in parte molto ridotta, gli oneri per il servizio universale che Telecom Italia sostiene di sopportare.
La quantificazione di Telecom Italia dei suoi oneri per il servizio universale era forse troppo elevata ed eccessiva, ma quanto deciso dall'Autority è evidentemente troppo poco, se non venisse integrato da continui aumenti del canone. Questo però è un discutibile equivoco: gli oneri del servizio universale dovrebbero essere coperti da un fondo alimentato da Telecom Italia e dagli altri gestori di telefonia fissa e mobile, in proporzione al traffico gestito, e non invece scaricato come un balzello sulla generalità dei consumatori italiani.
Non si può negare che il costo del canone sia troppo elevato e se molti dei concorrenti di Telecom Italia si limitano a rivendere traffico, disinteressandosi dell'assistenza tecnica e degli investimenti per l'innovazione, altri stanno dimostrando che è possibile dare di più a costi decisamente inferiori.
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