Nonostante le promesse gli operai vivono ancora in dormitori sporchi e affollati, fanno turni massacranti e sono pagati una miseria.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 14-09-2012]
«Le condizioni dei lavoratori miglioreranno» aveva promesso a marzo l'azienda cinese Foxconn, che produce per diverse aziende tra cui la più nota è forse Apple ma tra le quali ci sono anche Microsoft, HP, Dell e altre.
Proprio nei giorni in cui viene presentato e sta per essere lanciato l'iPhone 5, l'inchiesta condotta da un giornalista cinese mostra che le condizioni non sono affatto migliorate.
Il giornalista in questione si chiama Wang Yu e, facendosi passare per un operaio, ha trascorso 10 giorni all'interno di una delle fabbriche di Foxconn, lavorando proprio sull'iPhone 5.
Ha così potuto provare di persona, e quindi raccontare, le miserevoli condizioni in cui sono costretti a vivere e lavorare i dipendenti dell'azienda.
Suo compito - del quale, a sentire i supervisori, avrebbe dovuto andare fiero - era assemblare la parte posteriore dello smartphone di Apple; l'obiettivo era produrne cinque ogni minuto per un turno di 10 ore.
Prima di entrare nella fabbrica, però, Wang ha dovuto compilare un questionario per la valutazione della sua salute mentale (onde stimare la propensione al suicidio), e quindi firmare un contratto in base al quale sollevava l'azienda da ogni responsabilità per eventuali conseguenze negative (come gli effetti derivanti dall'uso di componenti tossici).
A quel punto gli è stato assegnato un posto in un dormitorio buio, affollato, sporco e decisamente malsano; le finestre sono sbarrate quando non sprangate, e scarafaggi e parassiti prosperano tra l'immondizia e fin dentro gli armadi.
I servizi pubblicizzati - piscine, palestre e via di seguito - o non funzionano o, quando va bene, si riducono a una biblioteca e a una sorta di festival settimanale che funga da distrazione.
Dopo il corso di addestramento e la visita da parte dell'unico dottore, il giornalista ha potuto iniziare il lavoro, da svolgere nel turno di notte e senza poter mai lasciare il proprio posto.
«Dopo aver ripetuto la medesima azione per ore» - scrive Wang - «avevo un dolore terribile al collo e al braccio. Un nuovo assunto davanti a me era esausto e si è seduto per un momento. Il supervisore lo ha visto e l'ha punito obbligandolo a stare in piedi in un angolo per dieci minuti».
Dopo le rivelazioni, Foxconn s'è impegnata ad approfondire le indagini sulle condizioni interne e sulla condotta dei supervisori. Ciò che lascia perplessi è che si tratta di affermazioni già sentite pochi mesi or sono, e che evidentemente non devono aver avuto molto seguito.
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