Bernabè probabilmente lascerà l'incarico il 3 ottobre. Al suo posto si fa il nome di Massimo Sarmi, oggi amministratore delegato di Poste Italiane.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 28-09-2013]
Franco Bernabè starà rimuginando su cosa abbia sbagliato nel rapporto con Alierta di Telefónica.
Quello con Alierta era un rapporto che Bernabè aveva voluto, coinvolgendo Telefónica in Telecom a suo tempo, e poi vantando sempre in tutte le occasioni pubbliche un eccellente rapporto con gli spagnoli.
Bernabè ha avuto ragione nel 1998 a prevedere che l'Opa di Colaninno avrebbe affossato Telecom Italia. Ma poi, rientrato alla guida del colosso telefonico, non ha saputo ridurre il debito cedendo alle richieste degli azionisti maggiori, Telefónica compresa, di forti dividendi.
Se l'aumento di capitale (che si appresta troppo tardivamente a chiedere nel prossimo consiglio di amministrazione del 3 ottobre) come è probabile verrà respinto, provocherà le sue dimissioni, che potrebbero portargli intorno ai dieci milioni di trattamento di fine rapporto e una pensione d'oro come quelle di Sentinelli e Gamberale.
Per sostituirlo si fa sempre più forte anche il nome di Massimo Sarmi: per dieci anni amministratore delegato della Tim, e poi ininterrottamente alla guida di Poste Italiane, dove ha dimostrato buone capacità manageriali e soprattutto un'ottima capacità di relazionarsi con il mondo della politica e dei sindacati, anche superiore a quella di Bernabè.
Un uomo come Sarmi, da sempre in ottimi rapporti con la Cassa Depositi e Prestiti, potrebbe fare il miracolo dello scorporo della Rete e portare con sé Claudio Picucci, attuale capo del personale delle Poste ma con molti anni all'attivo in Telecom Italia.
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