Web e pubblicità, una miscela esplosiva

Oggi l'attenzione degli esperti è sull'Internet "senza fili": essere sempre connessi tramite telefonini, notebook, palmari. Come cambia lo scenario del web, anche dal punto di vista della pubblicità online.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 28-03-2003]

Giancarlo Livraghi, alias Gandalf (nome preso in prestito da Tolkien molto prima che egli diventasse popolare con il cinema), oltre che uno dei più importanti copywriter e manager della pubblicità italiana, è un esperto commentatore dei fenomeni della Rete. E' autore del libro "L'umanità dell'internet" (Hops Libri), che si può scaricare gratuitamente dal suo sito. Parliamo con lui di Internet e di pubblicità.

ZN: Oggi, se dovesse riscrivere il suo libro "L'umanità dell'internet", che cosa le piacerebbe approfondire, particolarmente, di diverso o di nuovo?

Giancarlo Livraghi: "Qualcosa ho già scritto. Per esempio nel testo "Errata corrige" non ci sono solo correzioni di refusi o altri errori, ma anche alcuni approfondimenti. Inoltre ho molto ampliato e approfondito la "cronologia" che si trova nella prima appendice del libro (anche questa versione estesa si può trovare on line). Se riscrivessi quel libro oggi la sostanza non cambierebbe. Forse sarei un po' più aggressivo sulla necessità di riportare in luce quei valori fondamentali della Rete che, in un continuo e crescente marasma informativo, sono spesso oscurati e distorti."

ZN: Oggi l'attenzione degli esperti è sull'Internet "senza fili", cioè la possibilità di essere sempre connessi tramite telefonini, notebook, portatili, sfruttando anche le nuove potenzialità Wi-Fi, anche se c'è chi è scettico o negativo su questo scenario. Lei cosa ne pensa?

Giancarlo Livraghi: "Sono scettico anch'io. Tutte le applicazioni possono essere utili quando c'è un motivo pratico per usarle. Ma la diffusione del telefono cellulare (che al suo inizio era uno strumento pratico, utile e relativamente semplice) ha assunto dimensioni e complessità abnormi, che rischiano di diventare patologiche (già anni fa dicevo che siamo malati di "cellulite").

ZN: Cosa prevede per il medio-lungo periodo?

Giancarlo Livraghi: "Se si arriverà a quella che sembra la soluzione più ragionevole, avremo un sistema seamless (cioè senza cuciture) in cui la telefonia e la trasmissione dati saranno un unico indipendentemente dall'uso di connessioni "via filo" o "senza fili" (vedi Seamless-Quando le cuciture saranno invisibili). Ma nel frattempo la moltiplicazione di soluzioni "senza fili", di cui nella maggior parte dei casi non si sente la necessità, è più che altro una moda, sostenuta da chi ha interesse a vendere quei servizi a chi non ha alcun motivo per comprarli.

ZN: La affascina l'idea di poter essere perennemente connesso, con o senza fili?

Giancarlo Livraghi: "Non solo non mi affascina, ma mi disgusta. A parte il fatto che in quel modo si apre la strada ad ogni sorta di invasioni e presenze sgradite, rischia anche di diventare una schiavitù. Voglio essere "connesso" a chi e a che cosa mi pare, quando mi pare, e voglio essere io a deciderlo. Conosco molte persone (fra cui parecchie esperte di tecnologie della comunicazione) che pensano come me. Altre, che si sono lasciate trascinare nella trappola della "connessione perenne", ora sono a disagio e si chiedono come uscirne."

ZN: Non per tutti è così...

Giancarlo Livraghi: "Forse c'è una parte dell'umanità che si trova davvero a suo agio in una situazione di quel genere, ma mi stupirei se fosse la maggioranza degli umani e se l'accettazione di quel condizionamento potesse durare nel tempo senza creare fastidio, nevrosi o crisi di rigetto.

ZN: L'Italia e il web: un giudizio appassionato e spassionato.

Giancarlo Livraghi: "La presenza italiana on line sta crescendo. Almeno in termini quantitativi, non siamo più la "cenerentola" della rete. Siamo ancora lontani dai livelli americani o scandinavi, ma al di sopra della media europea. Oggi la situazione dell'Italia è simile a quella della maggior parte dei paesi "evoluti". Con alcuni specifici malanni che affliggono il nostro paese, ma che riguardano lo stato generale della cultura, non specificamente la rete. L'internet in Italia non è ancora "per tutti" ma non è più "per pochi". La quantità c'è e continua a crescere."

ZN: In che cosa deve ancora crescere l'Internet italiano?

Giancarlo Livraghi: "Il problema (in Italia come dovunque) è di qualità: dei contenuti, dei servizi, delle relazioni. Da questo punto di vista sappiamo che (in Italia come nel resto del mondo) c'è purtroppo abbondanza di proposte scadenti, quando non sono irritanti o truffaldine; per esempio, l'ossessiva epidemia di spamming e la continua moltiplicazione di soluzioni fastidiosamente invasive, nonché di ogni sorta di trappole e imbrogli.

ZN: Infine pubblicità e Web: c'è chi dice che riprenderà presto, chi dice che non riprenderà mai. E' un dato di fatto che la pubblicità on line sia tuttora in crisi. Lei come la vede?

Giancarlo Livraghi: "Come sappiamo, non solo la pubblicità on line non cresce, ma (partendo comunque da basi molto piccole è in diminuzione. La situazione è critica e non sarà facile uscire dal pantano. Sono stati commessi alcuni gravi errori. Uno è stato l'illusione che si potessero produrre enormi entrate pubblicitarie on line e che questo potesse accadere in tempi brevi."

ZN: E invece...

Giancarlo Livraghi: "L'ipotesi era totalmente sballata, ma molti hanno sviluppato progetti e iniziative basate su quell'assurda premessa con conseguenti, inevitabili, disastri e fallimenti. Benché dallo svuotamento della "bolla speculativa" siano passati due anni, sembra si sia ancora nel "cono d'ombra" di quei clamorosi fiaschi, con una diffusa percezione di incertezza e disagio."

ZN: Quando si uscirà dall'empasse?

Giancarlo Livraghi: "L'internet non è mai stata veramente "in crisi": il problema è che è stata usata male da chi credeva di poter fare guadagni facili e veloci. Oltre alle assurde previsioni di una crescita mirabolante quanto impossibile, ci sono stati anche molti errori di metodo. Dall'uso della rete come se fosse uno dei mass-media tradizionali a un'infinità di proposte affrettate e approssimative e a soluzioni "invasive" irritanti e controproducenti. Non mi azzardo a fare previsioni, ma mi sembra difficile che possa esserci una ripresa nel breve periodo."

ZN: Qualche consiglio per il futuro?

Giancarlo Livraghi: "Credo che si debbano abbandonare radicalmente i metodi e le impostazioni che finora hanno prodotto danni, confusione e sfiducia, per ripartire su basi meno immediatamente ambiziose e molto più solide: strategie chiare, soluzioni funzionali, spirito di servizio, continuità nel tempo, gestione efficace delle sinergie, sviluppo graduale e "scalabile", coerenza nella sostanza e flessibilità nelle applicazioni, perenne sperimentazione e verifica. Insomma anche questo è soprattutto un problema di qualità.

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Pier Luigi Tolardo

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