Controlla oltre 240 fattori e riesce anche a stabilire quanto resta da vivere.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 09-11-2013]
Passare dall'attuale medicina "di reazione" alla medicina preventiva: da un sistema di cure che cerca di rimediare ai danni fatti dalle malattie a un sistema che prevenga l'insorgere delle malattie stesse, potendo prevederle.
È questa l'idea di Anne Wojcicki, CEO di 23andME, azienda che ha fatto del portare i test genetici alle masse la propria missione.
L'idea di fondo è che, conoscendo i propri geni, ognuno sappia verso quali malattie è maggiormente predisposto e quali problemi verosimilmente trasmetterà alla propria prole.
Per far sì che tutti possano conoscere il proprio destino genetico, 23andMe vende un kit tramite il quale poter effettuare i test necessari: il prezzo è di 99 dollari, una frazione di quello originario, che è di 999 dollari.
Tramite il kit (da utilizzare per raccogliere un campione da rispedire all'azienda, che effettuerà le analisi necessarie) si ricevono informazioni su oltre 240 fattori di rischio, dalla possibilità di sviluppare il diabete a quella di ammalarsi del morbo di Alzheimer, sino a una stima della durata della vita.
Diversi dottori sono critici nei confronti di questi ritrovati: ritengono che la sola predisposizione genetica non sia sufficiente a determinare lo sviluppo di una data malattia, e che la diffusione di questi test non faccia altro che contribuire a far prendere decisioni sbagliate dettate dal panico.
23andMe ha anche un altro scopo: creare un immenso database di dati genetici, diventando «il Google della medicina personalizzata».
Anne Wojcicki vuole arrivare ad avere i dati di almeno 25 milioni di persone. «Una volta che avrò 25 milioni di persone, avremo un'enorme potere per fare grandi scoperte. Le grandi raccolte di dati ci renderanno più sani. Che tipo di dieta dovrebbero seguire certe persone? Ci sono cose che portano davvero a sviluppare il cancro? Ci sono delle persone che hanno più di 100 anni e nessuna malattia. Perché?» si chiede.
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