Grazie all'invenzione di StoreDot la ricarica è quasi istantanea.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 08-04-2014]
Quanto sarebbe bello poter ricaricare il telefonino in meno di un minuto? Per i possessori di smartphone, sarebbe qualcosa di molto simile a un miracolo.
La start-up israeliana StoreDot ha presentato durante la conferenza Microsoft Think Next di Tel Aviv un dispositivo che trasforma quel sogno in realtà: una batteria che si ricarica in 30 secondi.
Il segreto sta in alcune «nanoparticelle biologiche, i peptidi, in grado di modificare le reazioni chimiche degli elettrodi e di produrre un'energia supplementare».
Il risultato, come mostra il video che riportiamo più sotto, è impressionante, ma prima che la batteria di StoreDot arrivi sul mercato dovrà passare del tempo.
«Siamo a circa un anno di distanza da un prototipo funzionante che possa stare all'interno di un dispositivo» spiega Doron Myersdorf, CEO di StoreDot; il prototipo attuale è infatti di dimensioni ancora eccessive.
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Prima che si possa arrivare a un prodotto commerciale occorreranno poi altri due anni: tra tre anni, insomma, dovrebbe essere pronta una superbatteria che contiene una carica sufficiente per un'intera giornata, è delle dimensioni giuste e, se necessario, si ricarica in pochi secondi.
«Quando si riesce a gestire il processo di autoassemblaggio di queste molecole» - racconta Myersdorf, riferendosi ai peptidi - «possiamo creare dei nanocristalli. Si tratta di sfere stabili e robuste, con un diametro di 2,1 nanometri. E si possono usare, perché hanno proprietà speciali e sono robuste, in un dispositivo semiconduttore o in una batteria o in uno schermo. Stiamo parlando di un nuovo tipo di materiali che possono essere introdotti in diversi tipi di dispositivi». L'articolo continua dopo il video.
Per Myersdorf, infatti, la tecnologia alla base di questo risultato ha molti campi di applicazione, dalle memorie ai sensori per immagini. Può essere adoperata anche per realizzare un display per smartphone che emette luce grazie ai composti bio-organici utilizzati.
«L'unico problema è che l'industria non è pronta» spiega ancora Myersdorf. «L'ecosistema non è pronto. È un nuovo tipo di materiale, con una nuova fisica, che arriva dalla natura. Per creare questi nanocristalli non abbiamo bisogno di grandi fabbriche: mescoliamo alcuni elementi di base, come idrogeno, azoto, elio».
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