Un file comprato è tuo e puoi farci quello che vuoi, compreso rivenderlo? Il dibattito è in corso.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 12-06-2014]
È iniziato da qualche giorno, e andrà avanti per mesi, un interessante dibattito presso la Camera dai Rappresentanti USA.
L'argomento riguarda la collisione tra mondo reale e mondo virtuale, tra beni fisici e beni che sono formati soltanto da bit, e i diritti che chi li acquista ha su di essi.
Da oltre un secolo, la First Sale Doctrine consente a chi acquista un prodotto di rivenderlo; ciò che ora ci si chiede è se tale diritto si estenda anche ai beni immateriali, vale a dire file musicali e video.
La MPAA, associazione delle case cinematografiche statunitensi, è - guarda caso - contraria: sostiene che, essendo la First Sale Doctrine stata formulata quando non c'erano altro che beni materiale, non sia possibile estendere la stessa a quelli immateriali.
Peggio ancora: permettere la rivendita di MP3 e file video causarebbe il collasso del neonato commercio online di opere protette dal diritto d'autore, poiché i file non si deteriorano col tempo, a differenza degli oggetti concreti; in altre parole, sono "troppo buoni per poter essere rivenduti".
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Per la MPAA il diritto di rivendere un oggetto riguarda insomma soltanto ciò che può subire gli assalti del tempo e, di conseguenza, perdere parte del proprio valore. Applicare lo stesso principio ai file sarebbe un errore.
«Permettere la rivendita di contenuti Internet licenziati minerebbe gli incentivi a creare, ridurrebbe la scelta per i consumatori e impedirebbe l'innovazione» ha dichiarato alla Camera americana Neil Fried, della MPAA. Se a qualcuno queste parole suonano familiari, è soltanto perché si tratta delle stesse identiche argomentazioni avanzate non soltanto per cercare di cancellare la pirateria, ma anche per limitare (impedire, nel "mondo perfetto" sognato dalla MPAA), la copia privata.
È da notare inoltre come la MPAA preferisca parlare sempre di prodotti «licenziati» o «concessi in licenza», mai «acquistati» o «venduti»: deve essere ben chiaro in chi li ascolta che il legittimo proprietario non è mai chi ha sborsato del denaro per quel prodotto.
È una visione diametralmente opposta a quella di John Ossenmacher - CEO della piattaforma di rivendita di MP3 (e presto anche di software, e-book e audiolibri), anch'esso ascoltato in un'audizione alla Camera dei Rappresentanti ReDigi - il quale parte da quello che considera «un concetto semplice: l'hai comprato, quindi è tuo».
Per Ossenmacher la First Sale Doctrine si può riassumere in questo motto; non solo: essa «non si è mai preoccupata di precisare uno specifico formato o una specifica tecnologia, né le condizioni del bene che viene rivenduto».
«Essa» - prosegue Ossenmacher - «stabilisce il principio di buon senso che il creatore merita di essere pagato una volta, e quindi il proprietario, il successivo proprietario, ha il diritto di rivendere quel bene, di donarlo o di darlo via».
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